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Sgravi sugli affitti sotto forma di fringe benefit, quindi detassati per le aziende, e utilizzo di immobili del patrimonio pubblico. Con l’apporto del governo, prende forma il piano casa lanciato dal nuovo presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, dopo la sua elezione per garantire un alloggio ai lavoratori delle imprese a costo contenuto, «anche per essere attrattivi. Perché serve che chi viene a lavorare, resti più tempo». Una misura necessaria per superare la difficoltà delle imprese a reclutare figure con maggiori conoscenze che mancano oggi nel tessuto produttivo e che spesso preferiscono trasferirsi all’estero.
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Dopo una serie di prime interlocuzioni con viale dell’Astronomia - nei giorni scorsi, per esempio, si sono visti a cena Orsini e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso - scende in campo il governo, che è pronto a fare la sua parte. Lo stesso Urso ha parlato di questa tematica, incontrando il collega, e titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.
Quest’intervento di carattere abitativo a favore dei lavoratori - si partirà con i neo assunti - è finito anche al centro della cabina di regia voluta dal Mef e coordinata dalla sottosegretaria Lucia Albano, con i ministeri delle Imprese e delle Infrastrutture, per rilanciare e valorizzare il patrimonio pubblico immobiliare. Parliamo di 45mila edifici e terreni per un valore di 300 miliardi di euro - dei quali 60 miliardi non utilizzati - da utilizzare in ottica di social housing, silver housing e studentati.
In questa partita il ruolo del governo sarà duplice. Già nella legge finanziaria per il 2024 è stato inserito nel perimetro dei fringe benefit aziendali verso i lavoratori uno strumento per contribuire al pagamento di utenze di acqua, luce e gas, così come alle spese per l’affitto della prima casa e per gli interessi sul mutuo relativo all’abitazione principale. Su questo versante c’è un tetto di mille euro che raddoppia in presenza di nuclei familiari con figli a carico.
Il governo - e più precisamente al Mef e al Mimit - stanno studiando di allargare la potenza di fuoco di questo incentivo, ampliando la dotazione complessiva e destinandolo ai neoassunti: soprattutto per quelli costretti a trasferirsi lontano dal proprio luogo di residenza per lavoro. Si guarda a un fringe benefit - erogato dalle aziende e detassato completamente - che potrebbe arrivare a 4 mila euro all’anno. Soldi che, però, potrebbero essere versati sotto forma di bonus welferistico. Al Mef starebbero facendo le prime stime per comprendere i contorni finanziari dell’operazione.
Parallelamente il governo è pronto a mettere a disposizione suoi immobili, in ottica di social housing, per aiutare i giovani a trovare casa che cambiano città per trovare lavoro. In questa direzione all’interno della cabina di regia sul patrimonio pubblico guidata dalla sottosegretaria Albano è già iniziato un monitoraggio per trovare strutture - anche ex plessi industriali da riconvertire - che possono diventare alloggi.
Il piano casa annunciato da Confindustria, poi, potrebbe intrecciarsi con quello annunciato dal ministro delle Infrastrutture, Matteo, che vuole coinvolgere anche i privati o la Cassa depositi e prestiti per la costruzione di residenze convenzionate destinate alle fasce più deboli della società, come i giovani lavoratori. L’interlocuzione tra le parti - anche perché viale dell’Astronomia si accinge a presentare una proposta più articolata - è destinata a intensificarsi. L’obiettivo è quello di sbloccare il piano entro l’anno.