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Pier Paolo Peroni, il manager pop: «Max Pezzali? Non ho rimpianti. Ma non ho visto la serie e non ho voglia di farlo»

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La leggendaria storia degli 883, riscoperti anche dai giovanissimi grazie ad Hanno ucciso l'Uomo Ragno, la serie Sky firmata da Sydney Sibilia che questo autunno ha conquistato tutti, non sarebbe stata la stessa senza di lui. Pier Paolo Peroni, per gli amici semplicemente Pierpa, romano di nascita ma milanese d'adozione, 65 anni (nella serie lo interpreta Edoardo Ferrario), è stato l'artefice insieme a Claudio Cecchetto non solo del successo del duo composto da Max Pezzali e Mauro Repetto, ma anche di quello di Pezzali da solista quando si mise in proprio abbandonando il marchio 883 (oggi al centro di una causa in corso al tribunale di Milano). Cominciò tutto da una musicassetta ricevuta nel 1990, quando Peroni lavorava come responsabile della programmazione di Radio Deejay: dentro c'era la demo di Non me la menare. Quello tra Pezzali, Cecchetto e Peroni fu molto di più che un semplice sodalizio tra artista, produttore e produttore-manager: insieme componevano il nucleo di una grande famiglia allargata, di cui facevano parte mogli, figli, amici. È finita malissimo: era il giugno del 2022 quando, alla vigilia dei concerti allo Stadio San Siro di Milano per i suoi trent'anni di carriera, Pezzali decise di accompagnare alla porta sia Cecchetto che Peroni. «Volevo avere maggiore controllo sulla mia carriera», spiegò il cantautore.

IL TABU

A distanza di due anni e mezzo per Peroni, che Pezzali scelse anche come testimone per le sue prime nozze, quelle del 2005 con Martina Marinucci, l'argomento Max continua ad essere tabu: dice che «tecnicamente» non può parlarne, alludendo alla vicenda legale. E poi per propensione, spiega, ama guardare al futuro. E il futuro porta il nome di Peroni Dischi, casa discografica di sua proprietà appena lanciata «per rompere gli schemi dell'attuale industria discografica italiana». L'etichetta del produttore che ha reso star, oltre agli 883 e Pezzali, anche Francesco Facchinetti e i Finley, protagonisti del pop italiano degli Anni Duemila, ha appena debuttato con l'uscita di un Ep contenente i brani dei primi quattro giovani scovati da Peroni: «Sono il cantautore Christiannife, crotonese di nascita ma di stanza a Roma, Paolo Alneon, la band romana dei Pitoni e le artiste di musica elettronica Rome in Reverse e Miglio. Li ho scovati grazie alle piattaforme di streaming e ai social», racconta, «sono da sempre un ricercatore. Da ragazzino a Roma andavo a comprare i dischi di importazione da Goody Music, a via Flaminia. Oggi con Spotify è tutto più semplice. E proprio ascoltando compulsivamente musica sulla piattaforma ho scoperto che sopra lo strato delle hit del momento e dei classici c'era un substrato ricchissimo di cose interessantissime». Per il lancio dell'etichetta Peroni ha scelto di seguire strategie non convenzionali: «Questo Ep che abbiamo appena pubblicato è parente alla lontana delle musicassette che andavo a comprare a Londra negli Anni '80, con dentro i pezzi dei gruppi indipendenti».

LE IDEE

Peroni Dischi è solo l'ultima delle sue tantissime creature, dopo i tanti dischi prodotti, Top Dj (talent show per dj da lui ideato, andato in onda tra il 2014 e il 2015 su Sky e approdato nel 2016 su Italia1 - tra i giudici c'era anche la moglie Syria), le maratone di musica elettronica Moia: «Dai talenti cerco i pezzi. Le grandi canzoni, suonate bene, fanno sempre la differenza. Oggi il pop è plasticoso. Io vorrei stimolare un ritorno alla musica suonata». Magari come ai tempi degli 883: «La serie? Non l'ho vista e non ho voglia di farlo. Se mi sento deluso da qualcuno dei miei ex pupilli? No. Vedo che continuano a suonare, riempiono i palazzetti. Vuol dire che non ho sprecato il tempo, che qualcosa di buono ho fatto».

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