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Pnrr, dal super-gasdotto alla bonifica delle discariche: tutti i lavori da concludere entro due anni

4 mesi fa 5
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In testa alla lista degli obiettivi della sesta rata del Pnrr, su cui il governo prevede di chiedere il pagamento all’Europa già la prossima settimana, c’è l’infrastruttura per il potenziamento del trasporto del gas, la cosiddetta Linea Adriatica. La premier Giorgia Meloni ritiene il nuovo gasdotto «indispensabile per garantire la sicurezza energetica, tappa fondamentale per rendere l’Italia l’hub di approvvigionamento dell’Europa». Nella lista, poi, tra gli interventi che l’esecutivo considera raggiunti, figurano gli investimenti per i crediti d’imposta della transizione ecologica 4.0 e 5.0; l’avvio della Zes del Mezzogiorno; il rinnovo della flotta dei Vigili del Fuoco e la bonifica delle discariche abusive al Sud.

Questi gli ultimi target raggiunti, ma il governo deve fare i conti con una spesa a rilento che costringerà le amministrazioni a un vero e proprio tour de force per rispettare i tempi del Piano che deve essere chiuso il 30 giugno del 2026. Nei prossimi due anni l’Italia dovrà spendere 150 miliardi di euro, una massa enorme di soldi. In ritardo ci sono soprattutto le amministrazioni centrali, alcuni ministeri come quello dei Trasporti di Matteo Salvini, mentre i Comuni stanno seguendo fedelmente la tabella di marcia.

Diversi i temi che nei mesi scorsi sono stati al centro delle trattative tra il ministro Raffaele Fitto e la Commissione europea: ad esempio sui posti negli asili nido il governo ha dovuto cedere perché si è reso conto che non avrebbe centrato il target. Perciò i nuovi posti sono stati ridotti a 150 mila rispetto ai 264 mila inizialmente previsti. Pure gli studentati per gli universitari rappresentano una misura complicata: l’esecutivo ha nominato un Commissario ad hoc per centrare l’obiettivo di 60 mila posti letto entro il primo semestre 2026.

Un’opera che è rimasta fuori nell’ambito della revisione del Pnrr è la ristrutturazione dello stadio di calcio della Fiorentina: l’Artemio Franchi. Al Comune di Firenze sono stati riassegnati 55 milioni di euro di fondi, ma la riqualificazione dello stadio ammontava a 200 milioni di euro. Gli altri 150 milioni sono stati inseriti nel Piano complementare, tuttavia la ristrutturazione dovrà essere realizzata entro il 2028, due anni più tardi in confronto con il termine del Pnrr.

La Corte dei Conti ha rilevato in «sensibile ritardo» le infrastrutture digitali legate al “Piano Banda Ultralarga-Aree Bianche” per la connettività di 8,4 milioni di abitazioni. Il sottosegretario della presidenza del Consiglio per l’Innovazione, Alessio Butti, ha dovuto emanare una lunga direttiva per sollecitare le amministrazioni che stavano rallentando le autorizzazioni per l’installazione delle reti Tlc.

Le Ferrovie sono in linea con l’avanzamento del Piano anche se dei 25 miliardi di euro assegnati ne sono stati spesi 7,5, quindi nei prossimi due anni bisognerà metterne in campo 18. Altre opere stralciate dal Pnrr e riassegnate a una differente programmazione sono il Terzo Valico di Genova e il raddoppio della Tortona Voghera, interventi strategici che in teoria dovrebbero consentire un collegamento Genova-Milano in meno di un’ora. Stessa sorte è toccata all’alta velocità Palermo-Catania, alla linea su ferro Roma-Pescara, all’abbattimento delle Vele di Scampia. «Si faranno garantisce il governo», ma non attraverso il Pnrr.

Mentre le amministrazioni centrali fanno fatica e scontano le lentezze burocratiche, i Comuni e le città metropolitane stanno rispettando le scadenze, come ricorda il presidente dell’Anci Antonio Decaro. «Le gare bandite fin qui dai Comuni hanno un valore di oltre 34 miliardi di euro e quelle aggiudicate circa 21 miliardi», assicura l’ex sindaco di Bari.

«Ma oltre le gare – spiega Decaro – ci sono i cantieri effettivamente aperti: i dati Siope attestano che i pagamenti per investimenti comunali per il 2023 corrispondono a 16,3 miliardi, con un incremento del 96% rispetto al 2017. Solo nel primo trimestre del 2024 i Comuni hanno pagato per investimenti ben 5,8 miliardi, con un ulteriore aumento di 1,4 miliardi rispetto al 2023, cioè il 36% in più». Secondo il numero uno dell’Anci, il governo «dovrebbe riconoscere il grande contributo dei Comuni al Pnrr».

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