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«Quando avete fatto sesso la prima volta?». Sarebbe una delle domande poste agli alunni dalla 40enne Veronica Sposito, insegnante di sostegno della scuola Catello Salvati di Castellammare di Stabia vittima di una violenta aggressione lo scorso 14 novembre, ma arrestata stamattina dai carabinieri con pesanti accuse, tra cui quella di violenza sessuale su minore.
È quanto emerge dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Luisa Crasta su richiesta del pm Bianca Maria Colangelo.
Le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia sono state coordinate dalla Procura di Torre Annunziata.
Quattro ragazzini e tre ragazzine di 11-12 anni, coinvolti a gruppi di due-tre alla volta, per un anno sarebbero stati condotti in una «saletta» della scuola per parlare esplicitamente di sesso, «in maniera volgare e scurrile» secondo l'accusa, mostrando video hard, e in alcuni casi arrivando anche a spingere i minori ad avere approcci spinti tra loro. In un solo caso, la donna avrebbe anche abusato sessualmente di un 12enne. «Era urgente interrompere che lei insegnasse lì o altrove - ha detto il procuratore Nunzio Fragliasso - ora resta da capire come sia possibile che per un anno 6 minori siano stati affidati a un'insegnante di sostegno che doveva curarsi solo dell'alunno con difficoltà di apprendimento: questo è un aspetto da approfondire».
«Quando avete dato il primo bacio?». Le domande della prof
«Quando avete dato il primo bacio, quale musica vi piace mettere quando...». Convocava gli alunni nella cosiddetta «saletta» con la scusa di aiutarli a ripetere le materie scolastiche la prof di sostegno arrestata oggi. Invece, ai giovani - che non sono sei come scritto in precedenza ma sette, quattro ragazzi e tre ragazze, nati tra il 2011 e il 2013 - talvolta convocati tutti insieme e altre volte a gruppi, parlava esplicitamente di sesso e si vantava delle sue esperienze amorose, anche utilizzando un linguaggio scurrile e volgare. Le convocazioni, durante l'orario di lezione di materie diverse dalla sua, avvenivano evitando di destare attenzioni sgradite e nella «saletta» si proiettavano video pornografici anche quando i ragazzini si mostravano contrari alla visione.
Ai ragazzi la prof inviava via chat foto pornografiche dopo avere impostato l'autocancellazione e dalle indagini è anche emerso che li avrebbe pure minacciati di farli incarcerare, da un rappresentante delle forze dell'ordine con il quale si vantava di avere una relazione, qualora avessero raccontato cosa succedeva in quella «saletta» della scuola. L'indagine dei carabinieri è stata coordinata dalla pm di Torre Annunziata Bianca Maria Colangelo mentre l'ordinanza è stata emessa dal gip Luisa Crasta. Con l'arresto della professoressa di sostegno accusata di aver tenuto comportamenti di natura sessuale con alcuni alunni della scuola media di Castellammare di Stabia le indagini però non si sono fermate. Anzi. Gli accertamenti, che si sono giovati della collaborazione dell'ufficio scolastico regionale, secondo quanto reso noto dal procuratore Nunzio Fragliasso, procedono a tutto tondo: mirano, come atto dovuto, a fare luce su eventuali responsabilità in capo alla scuola e anche sull'aggressione subita dalla docente da parte dei genitori, lo scorso 14 novembre. «Era urgente interrompere che lei insegnasse lì o altrove - ha detto il procuratore di Torre Annunziata -, ora resta da capire come sia possibile che per un anno sette minori siano stati affidati a un'insegnante di sostegno che doveva curarsi solo dell'alunno con difficoltà di apprendimento: questo è un aspetto da approfondire».
Le mamme: ora chiedeteci scusa
Le mamme della scuola di Castellammare di Stabia che avevano denunciato gli abusi sessuali nei confronti dei ragazzi da parte dalla professoressa di sostegno, sono «soddisfatte» per l'arresto della donna, ma ora chiedono le scuse. «Ci hanno dato delle camorriste e delle bestie, ora chiedete scusa», scrive una delle mamme su Facebook. Nei giorni seguenti all'aggressione della prof da parte dei genitori, nessuno prese le loro parti, mostrando invece solidarietà alla docente che finì al pronto soccorso. Le mamme dei ragazzini abusati affermavano che, venute a conoscenza delle chat che rivelavano i rapporti tra la docente e i figli, la docente doveva essere allontanata. Ad esasperarle era stata la lentezza degli organi scolastici che avevano ritenuto di non dover agire solo sulla loro parola, dovendo attendere l'esito delle indagini. «A chi non ha creduto, a chi si è girato dall'altra parte - scrive una delle mamme su Facebook - a chi ci ha dato delle camorriste, bestie e bugiarde...chiedete scusa... giustizia è stata fatta...La docente è stata arrestata!». La stessa mamma, intervistata dalla Tgr Campania, ha usato toni pacati: «Siamo soddisfatte ma ancora qualcosa a nostro avviso va chiarito - ha detto -. Comunque non vogliamo che sui docenti buoni possa ricadere le colpe di chi ha agito male».