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Proteste, militari ai seggi e arresti al voto anche i territori occupati. Così Putin si prepara al plebiscito

9 mesi fa 35
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MOSCA. Proteste, minacce più o meno velate, denunce di irregolarità. E su tutto la terribile ombra della guerra. Non sono certo elezioni presidenziali serene quelle che stanno avendo luogo in Russia, dove secondo le autorità ci sono stati ben 20 casi di persone che per protesta hanno versato inchiostro nelle urne elettorali. Ma i media locali riferiscono anche di una persona fermata a Mosca per aver scritto «Putin assassino» sulla sua scheda. E una donna ha raccontato all’ong per la difesa dei diritti umani Ovd-Info di essere stata fermata per aver scritto non si sa bene cosa sulla propria scheda.

Il segreto del voto sembra quindi non essere sempre rispettato in queste elezioni di regime, a cui agli oppositori è stato vietato candidarsi e il cui esito appare scontato: la rielezione di Vladimir Putin, colui che in questi 24 anni al potere ha trascinato la Russia verso una deriva autoritaria abissale.

La presidente della Commissione elettorale, Ella Pamfilova, denuncia anche otto presunti tentativi di incendio e il lancio di un fumogeno nei seggi. E così, mentre una deputata promette che saranno presto approvate pene più severe e la reclusione fino a otto anni per chi “intralcia” il voto «con un incendio doloso o altri mezzi generalmente pericolosi», la portavoce della diplomazia russa Maria Zakharova punta il dito contro l’Occidente accusandolo di incitare a «commettere questi atti di estremismo».

Intanto - racconta Novaya Gazeta Europe - a Mosca alcune persone denunciano di aver ricevuto dei misteriosi e inquietanti messaggi in cui li si accusa di sostenere «le idee di un’organizzazione estremista» e li si esorta a «votare in maniera tranquilla, senza file e provocazioni». Messaggi dal sapore intimidatorio, che arrivano, forse non a caso, alla vigilia di «Mezzogiorno contro Putin»: la protesta con cui gli oppositori prevedono di far sentire la propria voce presentandosi insieme alle urne lo stesso giorno alla stessa ora, cioè alle 12 di oggi, ultima delle tre giornate elettorali. Un’iniziativa a cui il Cremlino ha già reagito minacciando conseguenze.

Le autorità russe sostengono che l’affluenza ieri sera abbia raggiunto il 55%, quando manca ancora un giorno di voto. Ma le elezioni russe sono ritenute poco trasparenti, anche perché spalmate su tre giorni, e il voto online previsto in molte regioni è considerato non verificabile, mentre da tempo si parla di pressioni sui dipendenti pubblici affinché vadano a votare.

Il governo sostiene che l’affluenza sia molto alta nelle quattro regioni ucraine che Mosca ha occupato militarmente e poi si è annessa illegalmente due anni fa, ma tanti osservatori nutrono seri dubbi su queste cifre, anche perché molte persone che vivevano in queste zone sono state costrette a lasciare le proprie case. E il voto - sottolinea il New York Times - si svolge «sotto gli occhi attenti di soldati armati». Il regime di Putin pare piuttosto voler dare una parvenza di legittimità a un’occupazione militare che di legittimo non ha nulla.

La guerra intanto continua in tutta la sua crudeltà. La Russia accusa Kiev di aver ucciso altri due civili in un raid nella provincia di Belgorod e ha ordinato la chiusura momentanea di scuole e centri commerciali del capoluogo. Le forze ucraine avrebbero anche bombardato un’altra raffineria di petrolio: quella di Syzran, a ben 800 chilometri dalla frontiera.

Secondo il governatore locale, un drone ucraino avrebbe centrato l’impianto scatenando un vasto incendio. In questi giorni, le forze ucraine hanno colpito diverse altre infrastrutture dell’industria petrolifera di Mosca portando attacchi anche in profondità in territorio russo.

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