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«Pura invenzione»: così Mosca definisce la notizia sulla telefonata tra Trump e Putin. Quando il Cremlino smentisce ci sono buone possibilità che si tratti della verità. Il portavoce Dmitry Peskov aveva negato l’aiuto della Corea del Nord nella guerra contro l’Ucraina: oggi 10mila militari Pyongyang stanno combattendo al fianco dei soldati di Putin nell’oblast di Kursk.
Putin e Trump, il giallo della telefonata
Per questo, la dichiarazione di Peskov va presa con le molle quando nega che vi sia stata una telefonata tra Vladimir Putin e Donald Trump giovedì scorso. Più cauta invece la frase di Steven Cheung, direttore della comunicazione del presidente eletto americano: «Non commentiamo le chiamate private tra il presidente Trump e altri leader mondiali». Il Washington Post aveva dato per primo la notizia della conversazione tra Putin e Trump e ieri ha replicato alla smentita di Mosca spiegando di avere consultato cinque differenti fonti convergenti: sono «persone a conoscenza della questione».
PRECEDENTI
La smentita secca di Peskov, secondo il quotidiano americano, «è arrivata sullo sfondo del nervosismo a Mosca in merito al fatto che Trump mantenga o meno la sua retorica pre-elettorale e cerchi di ripristinare le relazione con la Russia e porre fine alla guerra». Viene citato Abbas Gallyamov, ex speechwriter di Putin e analista, secondo cui Putin non ha gradito una frase di Trump che gli ha chiesto di evitare una escalation nell’offensiva in Ucraina ricordandogli che anche gli Usa hanno truppe in Europa.
Una sorta di avvertimento neanche troppo velato. Dice Gallyamov: «In questo modo sembra che Trump stia minacciando Putin. Se la Russia ora accetta almeno in parte la proposta di Trump, risulterà che lo ha fatto sotto pressione. Putin è molto attento alle apparenze e vuole apparire come il padrone della situazione e non come colui che viene minacciato». Premesso che ciò che trapela non sempre riflette la realtà ma a volte è una versione addomesticata per preparare le condizioni a un determinato epilogo - Trump non potrà mai mostrare in modo sfacciato di avere lasciata solo l’Ucraina - la reazione delle ultime ore di Mosca può avere una doppia interpretazione.
La prima: Putin ha intensificato gli attacchi, anche a costo di perdere un alto numero di soldati (secondo gli ucraini l’altro giorno c’è stato il record di militari russi morti in battaglia in un solo giorno, più di 1.700), perché se davvero il presidente eletto Usa vorrà imporre a Kiev una tregua che incardini i territori occupati dai russi, per Mosca è importante avanzare il più possibile prima di sedersi al tavolo. La seconda: a fronte dell’avvertimento velato di Trump sulla presenza di truppe americane in Europa, Putin ha risposto rabbiosamente, mostrando i muscoli. D’altra parte sempre Peskov, anche nelle ultime ore, ha ripetuto la frase ormai consolidata di Mosca: non ci fermeremo. Dice il portavoce del Cremlino: combatteremo «fino a che tutti gli obiettivi saranno raggiunti». A Kiev comunque serpeggia molta preoccupazione. I servizi segreti russi hanno fatto circolare ad arte questa notizia: Trump vuole liberarsi di Zelensky imponendo le elezioni in Ucraina; inoltre, in campagna elettorale il neo presidente ha sempre detto di volere tagliare gli aiuti agli ucraini e il messaggio condiviso l’altro giorno da uno dei figli di Trump sullo «stop alla paghetta di Zelensky» ovviamente non è incoraggiante. Nel corso di un incontro, il presidente francese Macron e il premier britannico Starmer hanno ribadito il «sostegno incrollabile» all’Ucraina, ma è evidente che senza l’impegno americano appare complicato garantire aiuti a Kiev.
BOMBE
E poi c’è la guerra e l’evidente decisione di Mosca di intensificare l’offensiva prima dell’inverno. L’altra notte allerta in tutta l’Ucraina: «Ci sono caccia russi in volo» è stato detto. Un raid ha danneggiato la diga di un bacino idrico nell’Ucraina orientale, questo ha fatto innalzare l’acqua con il rischio di inondazioni nelle città vicine. Dice il governatore locale: «Questo attacco minaccia potenzialmente gli abitanti delle località sul fiume Vovtcha nelle regioni di Donetsk e Dnipropertrovsk». Sette feriti sono stati registrati a Kryvyi Rih, sud dell’Ucraina, nell’ennesimo attacco russo. Secondo Zelensky, che ha già parlato con Trump nei giorni scorsi, «la Russia cerca solo una continuazione della guerra e ogni azione smentisce la dichiarazioni diplomatiche di Mosca». C’è timore per un’altra località chiave che sta per cadere, Kurakhovo, a metà strada tra le città di Donetsk e Zaporizhzhia. Le autorità ucraine hanno ordinato l'evacuazione di 10 altri centri abitati della regione orientale di Kharkiv (a Nord) a causa dell'avanzata russa. Zelensky sottolinea i risultati ottenuti nell’oblast russo di Kursk (mossa criticata però all’interno delle forze armate perché ha deviato unità preziose da altri fronti interni): «I nostri soldati stanno trattenendo un raggruppamento piuttosto ampio di truppe russe, 50.000 uomini dell'esercito occupante, che, a causa dell'operazione Kursk, non possono essere schierati in altre direzioni offensive russe».
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