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Putin e l'incontro (di 3 ore) con Steve Witkoff, cosa c'è dietro? Chi è l'inviato di Trump e perché è stato scelto lui e non Kellogg

3 ore fa 1
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Gli Stati Uniti intensificano i contatti con la Russia. Dopo quanto dichiarato da Donald Trump su una sua presunta telefonata a Putin, non confermata però dal Cremlino, oggi il noto conduttore di Fox News Sean Hannity ha affermato che l'inviato speciale del presidente americano Steve Witkoff, volato a Mosca a bordo del suo aereo privato per trattare la liberazione dell'americano detenuto in Russia dal 2021 Marc Fogel, ha parlato per tre ore e mezza con il presidente russo. «Witkoff va e a quanto sembra parla per 3,5 ore con Putin e riporta a casa Fogel», ha affermato il conduttore americano in un'intervista telefonica, riportata sul sito del dipartimento di Stato Usa, con il segretario di Stato Marco Rubio che non ha nè confermato nè smentito l'incontro. Stessa reazione è arrivata dal Cremlino. «Non ho nulla da dirvi su questo argomento, non ho informazioni su questo argomento per voi», ha detto il portavoce, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Tass.

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Le riunioni tra Parigi e Bruxelles

Notizie che arrivano lateralmente ai colloqui sul futuro dell'Ucraina che entrano nel vivo da oggi con una serie di riunioni chiave tra Monaco di Baviera, Bruxelles e Parigi, mentre a Kiev un nuovo massiccio attacco russo ha provocato un morto e quattro feriti e blackout in alcuni quartieri.

Nella capitale francese, dove ieri c'è stato il primo contatto diretto con l'amministrazione Trump - con la partecipazione del vice presidente Jd Vance al summit sull'intelligenza artificiale - nel pomeriggio si terrà una Tavola rotonda sul rafforzamento della sicurezza in Europa e sull'Ucraina nel formato Weimar Plus tra i ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia, ai quali si aggiungeranno i colleghi di Gran Bretagna e Ucraina. A Bruxelles, intanto, c'è attesa per l' 'esordio' alla Nato del nuovo capo del Pentagono, Pete Hegseth, che oggi prenderà parte per la prima volta alla riunione dl Gruppo di contatto per la difesa dell'Ucraina - anche noto come il formato Ramstein - che vedrà anche un'altra novità. Sarà la prima riunione dall'inizio della guerra ad essere presieduta dal Regno Unito, che ha raccolto il testimone dagli Usa. «Il nostro impegno è chiaro: la Nato deve essere una forza più forte e letale, non un club diplomatico», ha affermato su X il capo del Pentagono, che prima degli incontri ufficiali ha già visto il suo omologo britannico, John Healey. La prima visita di un funzionario dell'amministrazione Trump nel quartier generale dell'Alleanza atlantica si svolge in una fase delicata, con il tycoon repubblicano che spinge affinché gli alleati europei aumentino le loro spese per la Difesa.

La Conferenza di Monaco

Le due riunioni a Parigi e Bruxelles sono una sorta di 'antipasto' in vista della portata principale, che è la Conferenza sulla sicurezza di Monaco, quest'anno tornata più centrale che mai sulla scena geopolitica internazionale per la presenza di esponenti di primo piano del governo americano, dallo stesso Vance al segretario di Stato Marco Rubio, ma soprattutto per l'incontro che il vice presidente Usa avrà con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, atteso anche lui all'evento che da domani a domenica andrà in scena nella città della Baviera. A Monaco, dove si terrà anche una riunione dei ministri degli Esteri del G7, le squadre negoziali di Kiev e Washington cercheranno di gettare le basi per l'atteso faccia a faccia tra Trump e Zelensky, che ancora non si è concretizzato. Nella capitale ucraina, intanto, è atteso a breve il segretario al Tesoro, Scott Bessent, ed altri funzionari americani. Tanti sono gli argomenti sul tavolo: dalla richiesta di Trump di ricevere terre rare del valore di 500 miliardi di dollari dall'Ucraina per continuare l'assistenza militare alla ricostruzione, fino alla nuova 'offerta' di Zelensky, che in un'intervista al Guardian si è detto pronto a uno scambio di territori e a cedere a Mosca quelle zone del Kursk sotto il controllo ucraino. In cambio di cosa? «Non lo so, vedremo. Tutti i nostri territori sono importanti, non c'è una priorità", ha risposto

Il giallo dell'incontro Witkoff-Putin

E mentre si avvicina la data del 24 febbraio, terzo anniversario dell'invasione russa, c'è stato questo ulteriore sviluppo significativo e inatteso. Dopo la missione in Medio Oriente, Steve Witkoff avrebbe quindi incontrato Putin. «Siamo stati trattati molto bene dalla Russia, in realtà. Spero che sia l'inizio di un rapporto in cui possiamo mettere fine a quella guerra», ha detto Trump, commentando il rilascio di Fogel e lasciando intendere che il suo ritorno potrebbe far avanzare i negoziati. Non è chiaro, tuttavia, se la visita di Witkoff - primo funzionario statunitense a recarsi a Mosca dal novembre 2021 - sia stata un'occasione di contatto con il governo russo. E neanche perché, se questi contatti fossero realmente avvenuti, sia stato mandato lui a Mosca e non Keith Kellogg, l'inviato americano per l'Ucraina, atteso a Kiev il 20 febbraio. Ma di certo rappresenta un segnale che dietro le quinte qualcosa si muove e che una svolta appare per la prima volta a portata di mano.

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