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Nel corso del 2024, la Russia ha condotto una serie di attacchi ibridi e operazioni di sabotaggio contro diversi Paesi europei, tra cui la Romania. L'obiettivo dei tali operazioni è stato quello di testare la preparazione dei Paesi della Nato e individuare i punti deboli delle infrastrutture.
L'allarme è stato lanciato dalla Direzione per l’Investigazione della Criminalità Organizzata e del Terrorismo (Diicot) nel suo rapporto annuale, che evidenzia un'intensificazione di attività ostili volte a destabilizzare le infrastrutture strategiche della regione.
Un banco di prova per la NATO
Secondo il rapporto, le operazioni russe avevano un duplice obiettivo: testare la reattività degli Stati membri della NATO e identificare vulnerabilità critiche nelle loro reti infrastrutturali.
Questo modus operandi rientra nella dottrina del conflitto ibrido di Mosca, che combina casi di spionaggio, sabotaggio, vandalismo, attacchi informatici, campagne di disinformazione per minare la sicurezza occidentale senza ricorrere (in questo caso) a un conflitto convenzionale diretto.
La Romania, in quanto Stato membro dell'Alleanza Atlantica e confinante con l'Ucraina, rappresenta infatti un fronte strategico cruciale nella guerra ombra tra Russia e Occidente. Il suo territorio ospita basi militari NATO e infrastrutture energetiche vitali, elementi che la rendono un obiettivo primario nelle operazioni di Mosca volte a influenzare il fianco orientale dell'Europa. «Dal 2022 si sono verificati almeno 50 incidenti in 13 Paesi europei che potrebbero essere riconducibili a operazioni ibride russe», si legge nel comunicato, che continua: «Tra questi rientrano anche tre attacchi alle infrastrutture sottomarine nel Mar Baltico».
Escalation e implicazioni geopolitiche
Le azioni segnalate dalla Diicot si inseriscono in un contesto più ampio di escalation delle ostilità tra Russia e blocco occidentale, con Mosca sempre più attiva nel colpire Stati considerati essenziali per la strategia di contenimento della NATO. La crescente pressione su infrastrutture critiche e la sperimentazione di nuove tattiche ibride suggeriscono che il Cremlino stia affinando i propri strumenti di guerra non convenzionale in previsione di scenari futuri.
Violazione dello spazio aereo polacco da parte di un Su-24MR russo
Mosca sembra aver ricalibrato la sua strategia negli attacchi ibridi contro i Paesi della NATO, abbandonando l'infiltrazione diretta di agenti sotto copertura a favore del reclutamento remoto di individui locali attraverso canali Telegram, offrendo compensi economici in cambio di azioni sovversive.
Nella mirino di Mosca: 13 Paesi NATO
Secondo il rapporto, Germania, Francia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia e Svezia sono stati bersaglio di operazioni ibride orchestrate da Mosca. Sebbene nella maggior parte dei casi «non si siano registrate vittime», il documento sottolinea che la salvaguardia di vite umane non rientra tra le priorità dei servizi d’intelligence russi.
Questa offensiva, dunque, non è solo un attacco alla Romania, ma un segnale chiaro per l’intero continente: la sfida per gli Stati membri della NATO sarà quella di rafforzare le proprie difese, coordinare una risposta efficace e prevenire nuove incursioni in quello che si sta rivelando un conflitto senza confini visibili.
Mosca e il progetto Eurasia
La strategia del Cremlino per la creazione di una nuova "Eurasia", volta a ristabilire l’influenza russa sui territori dell’ex Unione Sovietica, rappresenta una minaccia diretta per la Romania. Un eventuale accordo tra Trump e Putin che comportasse la divisione dell’Ucraina trasformerebbe Bucarest in un Paese di confine con la Russia, con implicazioni geopolitiche estremamente gravi.
Le risorse energetiche del Mar Nero, fondamentali per l’indipendenza economica della Romania, sarebbero a rischio, mentre Mosca potrebbe sfruttare ondate migratorie e destabilizzazione politica per esercitare pressioni sul governo romeno e sulle istituzioni europee. L’avanzata di figure filo-russe come Călin Georgescu, che promuove l’uscita del Paese dalla NATO e dall’UE, dimostra come il Cremlino stia già cercando di influenzare dall’interno le scelte strategiche di Bucarest.
La Romania tra NATO e una nuova guerra fredda
Membro della NATO dal 2004, la Romania si trova in una posizione geopolitica sempre più delicata, con Mosca che punta a riassorbire i Paesi ex sovietici nella propria sfera d’influenza. L’espansionismo russo, che minaccia non solo l’Ucraina ma anche Moldova, Bulgaria e gli Stati baltici, rischia di trasformare l’Europa orientale in un nuovo campo di battaglia strategico tra Mosca e l’Occidente.