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Quel milione di auto e moto spariti nel nulla in Italia

6 mesi fa 6
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Un milione di veicoli scomparsi in dieci anni. Rubati in Italia e svaniti nel nulla. È il dato raccolto nel dossier elaborato da LoJack Italia (società del Gruppo CalAmp leader negli antifurto satellitari e nel recupero dei veicoli rubati) utilizzando i dati del ministero dell’Interno relativi al 2023 integrati con altri report nazionali e internazionali sul fenomeno.

Le cifre

Soltanto l’anno scorso, i furti sono aumentati del 7 per cento (110 mila e 171), per un totale di un milione e 550 mila veicoli rubati dal 2013. Di questi, soltanto 609 mila sono stati ritrovati. Gli altri 940 mila, con ogni probabilità sono stati spediti all’estero (di solito, nell’Est Europa, in Africa o nel Medio Oriente) oppure sono stati smontati per alimentare il mercato nero dei pezzi di ricambio.

In Italia, la statistica riguarda soprattutto le auto, che raggiungono quasi quota 100 mila, con un aumento dell’11 per cento rispetto all’anno precedente. In leggero aumento anche i furti di moto (2 per cento in più). I veicoli recuperati, però, sono soltanto il 44 per cento, proprio perché i furti sono sovente gestiti da gruppi criminali che organizzano anche il riciclaggio, su piazza o all’estero. Attività che hanno subìto un impulso notevole nel periodo del Covid, anche per le difficoltà economiche e di approvvigionamento dei veicoli nuovi causate dai fermi industriali legati alla pandemia. Proprio questa situazione (seguita dalla guerra in Ucraina e dai problemi nel Canale di Suez) ha favorito anche il mercato dei pezzi di ricambio, in particolare navigatori satellitari, pneumatici, marmitte e catalizzatori, attuatori della frizione, fari a led, batterie per le auto elettriche)

Un altro dato può aiutare a capire la dimensione del fenomeno: considerati soltanto i veicoli a quattro ruote, dal 2013 sono stati registrati un milione e 113 mila furti, poche centinaia di migliaia di unità in meno rispetto alle immatricolazioni del solo 2023. In questo, a facilitare il compito dei “topi d’auto” c’è l’utilizzo di strumentazioni hi tech, che consentono di neutralizzare le difese elettroniche adottate dalle case produttrici e gli eventuali sistemi di allarme installati dopo l’acquisto dei veicoli. L’esempio più diffuso (uno su tre) è legato alle chiavi contactless: utilizzando un’apparecchiatura per intercettare le frequenze radio, i ladri carpiscono l’”impronta” della chiave elettronica e la riutilizzano per aprire gli sportelli e avviare il motore. Quel tipo di tecnologia è abbastanza diffuso, ma è di certo assai utilizzato per i veicoli di alta gamma, come Suv e crossover. Ecco, un furto su cinque riguarda proprio questo tipo di auto.

Tecniche e guadagni

Negli ultimi 10-15 anni, i furti d’auto hanno sempre di più le caratteristiche di attività criminali organizzate. Ci sono i ladri che prelevano i veicoli, i titolari di garage o magazzini che di occupano di tenerli lontani dalle strade il tempo necessario per lo smontaggio o la preparazione per l’invio agli “spedizionieri”, che infilano i veicoli in container o Tir attrezzati per questo uso particolare. Quando la merce arriva a destinazione, è accolta da “broker” collegati alle organizzazioni criminali che si occupano di “piazzare” la merce sul mercato. Ciascun passaggio frutta denaro: il furto vale dai mille ai 5 mila euro, per i veicoli di lusso; il trasportatore incassa 2-3 mila euro se il veicolo viene spostato verso Est su terra oppure dai 10 ai 15 mila euro se lo spostamento avviene via nave su un container. Ma c’è anche la possibilità di uno spostamento “low cost”, con staffette che si danno il cambio alla guida e si dividono il profitto (dai 500 ai mille euro).

«I dati relativi al 2023 e ai primi mesi del 2024 certificano e consolidano i segnali registrati negli scorsi anni di una recrudescenza del business criminale dei furti d’auto», osserva Maurizio Iperti, presidente Emea di LoJack. E aggiunge: «Un fenomeno che in alcune aree del nostro Paese assume contorni decisamente allarmanti. Solo un intervento rapido ed efficace può ridurre la possibilità di perdere per sempre le tracce del veicolo. Grazie alla nostra tecnologia e a un team di esperti che supporta sul campo le forze dell’ordine nella ricerca, possiamo contare su percentuali di recupero doppie rispetto a quelle di mercato».

La top ten dei furti

La preferita dai ladri è la Fiat Panda (12 mila 571), seguita da Fiat 500 (5 mila 889), Fiat Punto (4 mila 604), Lancia Ypsilon (4 mila 472), Fiat 500L (2 mila 637) e Alfa Romeo Giulietta (2 mila e 75), Smart Fortwo (mille e 976), Citroen C3 (mille 741), Volkswagen Golf (mille 465) e Renault Clio (mille 365). Questi dieci modelli rappresentano il 54 per cento delle auto rubate in Italia. Considerando le categorie, tra i Suv-crossover, la più ricercata dai ladri è la Fiat 500X (mille 997 furti nel 2023, il 10 per cento del totale dei Suv), seguita da Jeep Renegade (mille 653), Peugeot 3008 (778), Jeep Compass (713) e Renault Captur (663). Ma c’è anche una mini-classifica delle auto meno ritrovate dopo il furto: in testa ci sono le Golf (recuperate soltanto il 35 per cento), seguite da C3 (36 per cento) e Fortwo (37 per cento).

La mappa

Ottantamila e 559 furti di auto e furgoni su 99 mila 153 in Italia avvengono in cinque Regioni: il record negativo è della Campania, con 26 mila 45 (9 per cento in più del 2022), seguono Lazio (16 mila 912, crescita del 12 per cento rispetto al 2022), Puglia (14 mila 978), Sicilia (13 mila 174) e Lombardia (9 mila 750, incremento del 15 per cento rispetto al 2022). In Campania e Lazio, poi, ci sono anche le percentuali più basse di recuperi dei veicoli rubati (36 e 35 per cento). Diversa la situazione della Puglia, dove la percentuale di recuperi è comunque bassa, ma i veicoli ritrovati sono ridotti a “scheletri” in meno di 24 ore per approvvigionare il mercato nero dei pezzi di ricambio.

Ma in Italia ci sono anche otto Regioni dove le denunce di furto sono meno di 600 l’anno: Basilicata, Valle d’Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Marche, Molise, Trentino Alto Adige e Umbria. E questo ha un effetto anche sulle polizze assicurative, che hanno costi anche più che dimezzati rispetto alle Regioni con il “bollino rosso”.

Le due ruote

Gli specialisti in furti di veicoli, però, non disdegnano le due ruote. Nel 2023, sono stati rubati 31 mila 856 fra moto e scooter, con un incremento del 2 per cento rispetto all’anno precedente. Di questi, soltanto il 42 per cento (13 mila) è stato restituito ai proprietari; il resto ha seguito circuiti simili a quelli delle auto, dalla rivendita all’estero (soprattutto nell’Est) al mercato nero dei pezzi di ricambio. Anche per le due ruote, la Campania è in testa alla classifica dei furti (6 mila 272, calati del 10 per cento rispetto al 2022), seguita da Lazio (5 mila 842, aumentati del 12 per cento), Sicilia (5 mila 298), Lombardia (4 mila 613, aumentato dell’11 per cento), Toscana (2 mila 61) e Puglia (mille 541).

Leader delle due ruote rubate è lo scooter Honda SH (7 mila 226, quasi una moto/scooter rubato su quattro è un SH), seguito da Piaggio Liberty (2 mila 332), Piaggio Vespa (mille 878), Aprilia Scarabeo (mille 840) e Kymco Agility (mille 382). I più difficili da recuperare sono Vespa (34 per cento) e SH (38 per cento).

La situazione europea

La società LoJack ha anche incrociato i dati italiani con quelli del rapporto Organized Vehicle Crime in Europe elaborato dal “ehicle Crime Barometer, che ha analizzato la situazione in Germania, Francia, Italia, Bulgaria, Olanda e Belgio dal 2000 al 2021 oltre alle rilevazioni Eurostat del 2021.

In Europa, peggiore dell’Italia è soltanto la Francia (122 mila e 700) e negli altri Paesi le cifre sono inferiori ai 40 mila furti l’anno: dai 39 mila 172 della Germania, ai 22 mila 60 dell’Olanda, ai 12 mila 760 della Svizzera, a calare fino ai 614 della Serbia. Secondo i dati analizzati, negli ultimi 20 anni c’è stato un generale e importante calo dei furti di veicoli, ma un aumento notevole dei furti di parti da “piazzare” come ricambi.

L’impressione è che il fenomeno sia più “professionalizzato”, con ampio ricorso a dispositivi elettronici per hackerare le centraline dei veicoli, ma anche organizzazioni specializzate nella gestione della merce rubata. Forse, è per questo che in Francia i furti d’auto sono calati dai 211 mila del 2008 ai 122 mila del 2023, con predominanza di Toyota Prius, DS7 Crossback e Renault Mégane. In Germania, le denunce di furto sono passate dalle 200 mila degli Anni 90 alle 39 mila del 2021-2022, quasi tutte spedite in Europa dell’Est, Asia Centrale e Nordafrica. In Belgio, i furti sono calati dagli oltre 10 mila del 2013 ai 4 mila 745 del 2021. Secondo gli analisti, il fenomeno è legato alla particolare natura del territorio, considerato “di transito” in virtù della collocazione geografica e dei porti. Tra le auto più rubate ci sono il Toyota Rav4, la Land Rover Velar e il Lexus Landcruiser. La considerazione sui porti vale anche per l’Olanda, di grande importanza per le organizzazioni criminali specializzate in esportazioni verso Africa, Paesi Baltici, Centro ed Est Europa. Questo spiega il calo di furti dagli 11 mila del 2012 ai 9 mila registrati negli ultimi mesi, con preferenze per i marchi Volkswagen, Toyota e Bmw. In Bulgaria, i 12 mila furti del 2000 sono diventati mille e 351 nel 2021, quasi tutti orientati ad auto di lusso e in gran parte concentrati nella capitale Sofia, con ampio ricorso al “relay attack” per riprogrammare le chiavi e “jammer” per disturbare il segnale degli allarmi gps. In più, sovente i ladri trasformano il furto in estorsione: chiedono il riscatto per l’auto o anche soltanto per alcuni pezzi di ricambio.

Le fonti dei grafici pubblicati nell’articolo sono: ministero dell’Interno, LoJack Italia, Eurostat, rapporto “Organized Vehicle Crime in Europe” di Vehicle Crime Barometer

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