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Ragazze punte con una siringa a Pisa, due casi in poche ore: caccia a un uomo. Scatta l'allarme "needle spiking"

10 ore fa 1
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«Un uomo, sarà stato alto massimo un metro e 70, incappucciato con una giacca impermeabile e le scarpe nere, mi ha punta con un ago. Poi è scappato». È così che comincia il racconto di una delle due ragazze vittime di "needle spiking" al quotidiano La Nazione. 

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Il racconto dei fatti 

La segnalazione è stata fatta su Memes Unipi, la pagina Instagram degli annunci relativi al mondo studentesco dell'Università di Pisa.

La ragazza, verso le 18.15, è stata avvicinata da un uomo che, di soppiatto, ha punto la studentessa per poi allontanarsi immediatamente dopo, correndo via. La vittima dell'aggressione ha detto di aver subito contattato la polizia e di aver eseguito i controlli medici necessari, risultando fortunatamente illesa da problematiche di tipo fisico.

Rimane però il danno psicologico, motivo per il quale la ragazza ha deciso di raccontare l'accaduto il prima possibile, così da diffondere consapevolezza sulla pericolosità di quanto successo. Preoccupazione fondata, considerato che lo stesso giorno, sempre a Pisa, un'altra ragazza aveva descritto un episodio analogo accadutele poco prima delle 18. Non solo, sempre a Pisa un primo caso era già stato segnalato a settembre 2024. Nel 2022, invece, una donna venne punta da un 40enne in pieno centro a Roma, a pochi metri da via del Corso, a mezzogiorno.

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La segnalazione originale sul profilo Memes Unipi

Che cos'è il 'needle spiking' 

Per 'needle spiking' si intende quel fenomeno, nato in Gran Bretagna ma diffusosi successivamente in tutta Europa, in cui degli individui, avvicinandosi di soppiatto, pungono con siringhe e aghi vittime ignare della minaccia. Oltre alla violenza del gesto in sé, molto spesso lo scopo è quello di infettare le persone stesse, contaminandole con sostanze di vario tipo, come droghe. Un fenomeno questo che va di pari passo al cosiddetto 'drink spiking' il quale, come dice il nome, riguarda invece la manipolazione volontaria delle bevande di persone sconosciute. Non a caso, le vittime riportano sintomi quali nausea, vomito e capogiri, spesso non sapendo nemmeno di essere state drogate. 

La pericolosità del gesto richiede per questo la prontezza di visitare un luogo di soccorso appena possibile, in modo da accertarsi immediatamente dell'entità specifica dell'eventuale sostanza iniettata. 

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