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Statali, rivincita del posto fisso: la Pa attrae 7 italiani su 10. Nel 2024 1,3 milioni di candidature ai concorsi

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Sembrava lentamente incamminato sul viale del tramonto. Snobbato dai Millenials e dalla Generazione Z, refrattari a un lavoro dietro a una scrivania. E invece, a sorpresa, il pubblico impiego sembra essere tornato in auge. Attrattivo per ben sette italiani su dieci, la metà dei quali attirati proprio dalla sua caratteristica principale: un lavoro per tutta la vita. Un posto fisso, insomma. Il dato emerge da «Barometro Pa», un’indagine realizzata da Fpa, società di Digital360, realizzata su un campione di 500 cittadini rappresentativo della popolazione italiana, per misurare l’opinione sui processi di innovazione all’interno della pubblica amministrazione. Un’indagine che sarà diffusa oggi in occasione dell’evento di presentazione del decimo Annual Report di FPA, la pubblicazione che racconta i principali fenomeni dell’ultimo anno e le prospettive 2025 nel settore pubblico italiano.

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Come detto, secondo i dati dell’indagine, ben sette italiani su dieci oggi considerano la Pubblica Amministrazione attrattiva come datore di lavoro. E questo accade perché la vedono anche come un’esperienza professionale importante (il 28%), oltre che come un impiego stabile (che resta comunque la risposta predominante, con il 44% dei rispondenti). Il settore pubblico è percepito come più moderno, digitale e innovativo, sempre più centrale per la crescita del Paese, e c’è un diffuso ottimismo sui miglioramenti che potrà introdurre l’intelligenza artificiale nei prossimi anni. In effetti, secondo gli ultimi dati del Dipartimento della Funzione pubblica, lo scorso anno sono stati banditi oltre 20 mila concorsi per i quali sono state presentate 1,3 milioni di domande. Ma forse non è tutto oro quel che luccica. La Pubblica amministrazione continua ad attrarre soprattutto profili “giuridici”, laureati i in legge, mentre per i profili più tecnici, come gli ingegneri informatici, i geologi, gli architetti, soffre la concorrenza del settore privato. Dal decimo Rapporto annuale di Fpa, emergono altri dati interessanti. Come quelli che riguardano l’impatto che avrà l’intelligenza artificiale sul pubblico impiego. Partendo da uno studio Usa sull’impatto degli algoritmi sul lavoro pubblico (Felten 2021), l’indagine Fpa ha fatto emergere che il 56% dei circa 3,3 milioni di dipendenti pubblici è altamente esposto all’Intelligenza artificiale (1,84 milioni), il 29% moderatamente impattato, il 15% con un’influenza minima o nulla. L’effetto sarà soprattutto di complementarità: l’80% dei dipendenti altamente esposti (poco meno di 1,5 milioni) potrà potenzialmente beneficiare dell'integrazione dell'IA nella propria attività, il 13% (230mila dipendenti) ha scarsa sinergia ed è a rischio di obsolescenza. Da qui la necessità di formazione e riqualificazione di questo personale.

GLI OBIETTIVI

Proprio sulla formazione dei dipendenti pubblici, ricorda il Rapporto di Fpa, nel 2024 ci sono stati importanti provvedimenti. L’obiettivo della direttiva firmata dal ministro Paolo Zangrillo di triplicare le ore di aggiornamento è stato raggiunto in meno di un anno: da un giorno di formazione ogni dodici mesi per dipendente a tre. Nei giorni scorsi inoltre, lo stesso ministro ha firmato una nuova direttiva, con la quale si chiede che il periodo minimo annuale di formazione sia portato ad una settimana. Alla piattaforma Syllabus, avviata a marzo 2023, si sono registrate 7.800 amministrazioni e oltre 380mila dipendenti hanno avviato le attività formative, con l’obiettivo del Pnrr di formarne 750mila lavoratori. A fine anno, è stato pubblicato il primo report di monitoraggio della riforma della PA per un modello di gestione delle risorse umane «innovativo per il settore pubblico, basato sulla centralità delle competenze e orientato al rafforzamento della capacità amministrativa di enti e istituzioni dei vari comparti».

Nel 2024, spiega poi il Rapporto, la trasformazione digitale della Pubblica amministrazione è proseguita, grazie anche alla spinta del Pnrr e al suo raccordo con il Piano triennale per l’informatica. Per esempio, a fine dicembre 2024 le Pa aderenti a Spid erano 18.800, quelle con accesso tramite Cie circa 10.200. Gli enti attivi su App IO erano circa 15.700 con oltre 335mila servizi disponibili.

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