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La Rai è una grande azienda, un’officina di meraviglia, una fabbrica di immaginario che è giunta a un bivio: liberare le proprie energie e guardare al futuro con fiducia o incamminarsi verso il declino. Quello che è successo fa sperare nella prima possibilità, lo sciopero che l’Usigrai aveva apparecchiato per dimostrare al mondo che in Italia c’è una dittatura è fallito. È un fatto molto più importante di quanto si immagini, la scelta di centinaia di giornalisti di andare a lavorare, fare informazione ignorando il diktat del Soviet- rivendicando la propria autonomia ha un significato profondo, è come la “marcia dei quarantamila” della Fiat nel 1980.