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Rai, offerta ai Cinquestelle la direzione di un tiggì. Sergio resta (forse) da dg

17 ore fa 1
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 Lo hanno visto entrare e uscire da Palazzo Chigi. I frequentatori della sede del governo assicurano che Roberto Sergio, amministratore delegato (e presidente ad interim) della Rai ancora per poco, è andato da Giorgia Meloni e così è. Un colloquio cordiale e affettuoso. Che è la certificazione che la governance Rai adesso cambia davvero – il primo voto è il 26 settembre alle Camere per 4 membri del Cda – e che è in arrivo al posto di Sergio il meloniano Giampaolo Rossi. Ci sarà la staffetta, già annunciata da sempre, tra l’ad e il dg: ovvero Rossi verrà indicato dal Mef come numero uno di Viale Mazzini (l’altra è Simona Agnes, che potrebbe ma anche no fare la presidente) e entrerà in carica entro fine mese. Meloni a Sergio – secondo le indiscrezioni – ha mostrato tutta la sua stima e non ha escluso per lui nuovi impegni nel servizio pubblico, considerando la provata esperienza manageriale del personaggio. Ci sarà allora, oltre alla staffetta, una contro-staffetta: ossia Rossi al posto di Sergio e Sergio al posto di Rossi come dg? Non è da escludere, anche perché non esiste nessun veto politico su Sergio che, da democristiano doc, è naturaliter un tipo trasversale. A Meloni, l’ad uscente ha detto di essere comunque disponibile a proseguire il suo impegno in Rai in leale e forte collaborazione con Rossi.

Ma la partita del presidente di Viale Mazzini è quella davvero complicata. Agnes sì o Agnes no? Intanto il 26 settembre le Camere sceglieranno i 4 consiglieri. Che dovrebbero essere due della maggioranza e due delle opposizioni. Ma se queste ultime opteranno per l’Aventino, cioè per il non voto, potrebbero essere magari tutti e quattro del centrodestra. Oppure si farà un Cda ridotto, non a sette ma a cinque: l’ad, il presidente, i due scelti dalle Camere e il rappresentante dei dipendenti Rai (già indicato: Davide Di Pietro). Il presidente, se non avrà i voti che le mancano in Vigilanza (ad Agnes, per essere chiari, ne servono due oltre a quelli della maggioranza), sarà il consigliere più anziano. Qualcuno nel Pd propone: invece dell’Aventino, buttiamo nella mischia parlamentare Antonio Di Bella che ha i suoi anni e così ci prendiamo la presidenza e lasciamo a secco la destra. Ma Gasparri, che conduce la partita per Forza Italia, replica: «Guardate che io di vecchi ne posso mettere in campo tantissimi...».

I NODI

Agnes, se non ha subito i voti necessari, potrebbe averli in un secondo momento (si spera in qualche aiutino stellato) e comunque Tajani anche in queste ore assicura: «Simona è bravissima e non esiste alcuna alternativa al suo nome». La Lega viene sospettata di starla a cercare, questa alternativa per un presidente di garanzia. In combutta, così assicurano gli esperti nel mondo Rai, con M5S: del resto il vecchio asse gialloverde non va mai dato per sepolto. Le parole pronunciate ieri da Conte – il quale non vuole a nessun costo rinunciare ad avere il suo Alessandro Di Majo come componente del Cda, altro che Aventino schleineriano! – sono queste: «Se ci fosse un presidente di garanzia autorevole, assolutamente non riconducibile a logiche partitiche, nell’interesse del servizio pubblico lo voteremmo. Non mi sembra però che sia nei nomi di cui si parla». Ovvero, no a Agnes ma sì eventualmente a qualcun altro. La disponibilità di dialogo contiano viene collegata, anche da alcuni dem, a possibili ricompense che M5S avrebbe in termini di potere nel servizio pubblico. Per avere i voti stellati per la Agnes (improbabili) o per qualcun altro, vengono offerte poltrone importanti. Il Tg3 a scapito del Pd? Si dice ma è improbabilissimo. Più praticabile questo scenario: la direzione di RaiNews24 (una corazzata di 220 giornalisti, «metà di sinistra e metà di estrema sinistra», dicono amaramente quelli di destra tra cui c’è il segretario del sindacato Unirai, Francesco Palese che potrebbe essere promosso direttore delle Relazioni istituzionali al posto di Angela Mariella) per Giuseppe Carboni, ex direttore del Tg1 in quota grillina, o per Carlo Alberto Morosetti, attuale caporedattore al Tg2. E Paolo Petrecca, che ora guida RaiNews? Potrebbe andare a dicembre, quando Jacopo Volpi passerà in pensione, a dirigere RaiSport per la quale però è in pole position Marco Lollobrigida (non è parente).

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