ROMA. Venti pagine di Relazione del presidente Augusto Barbera per invocare una corretta "cooperazione" istituzionale tra Consulta e Parlamento, ma anche per ricordare ai magistrati che non è permesso loro di saltare con eccessiva discrezione il giudizio di costituzionalità di una legge, o il rispetto della normativa europea. Vedi, ad esempio, la disapplicazione del decreto Cutro da parte della giudice Iolanda Apostolico a Catania. Ma il problema viene da lontano, se dal 2013 sono in costante calo i magistrati che si rivolgono alla Corte costituzionale.
E però sia la politica tutta a rispettare la Carta senza utilizzarla come arma contendente nella polemica di ogni giorno. «L'obiettivo che accomuna questo collegio - conclude - è la tutela e lo sviluppo della nostra Costituzione da intendere non come un documento brandito per letture divise nei confronti dell'avversario di turno ma come il tessuto che attraverso la condivisione dei suoi principi regge e unifica la Repubblica».