Respiratori Philips "pericolosi", parte da Torino la class action: quali sono i modelli

In Piemonte sono oltre tremila, in Italia centomila. Tutti assieme ora potranno fare causa alla Philips per aver messo in commercio una seria di ventilatori per l'apnea pericolosi. È stata la stessa società produttrice a dichiarare che questi dispositivi medici avevano problemi di sicurezza, capaci "di provocare lesioni gravi e potenzialmente letali o danni permanenti". E ora lo studio legale torinese Ambrosio&Commodo, per conto dell’Associazione nazionale Apnoici e la Adusbef, ha depositato la prima class action contro la multinazionale olandese per ottenere il ritiro degli apparecchi per cui è già stato depositato un ricorso al Tribunale di Milano, firmato da una coalizione internazionale di avvocati, la Global Justice Network, presieduta dall'avvocato Stefano Bertone (socio dello studio torinese). 

L'iniziativa è stata presentata questa mattina, 4 luglio 2024, a Bruxelles e contemporaneamente a Torino. Si tratta di un’iniziativa legale collettiva a tutela di 1,2 milioni di consumatori danneggiati dai dispositivi medici. È la prima volta in Europa. Un’operazione simile, promossa negli Stati Uniti, ha portato di recente a un importante accordo di risarcimento nei confronti dei pazienti coinvolti. La multinazionale olandese avrebbe messo in commercio dispositivi contenenti una schiuma fonoassorbente che, degradandosi, poteva finire nelle vie aeree dei pazienti. Nel 2021, 15 milioni di dispositivi Philips sono stati dichiarati pericolosi per la salute. La stessa azienda sarebbe stata a conoscenza da anni della sostanza potenzialmente cancerogena presente nei respiratori. 

Sotto accusa i respiratori a pressione positiva continua delle vie aeree (Cpap) e i ventilatori meccanici salvavita, dispositivi che usano la pressione dell'aria per mantenere aperte le vie respiratorie durante il sonno. A questo sito è disponibile la lista dei modelli e le informazioni utili per gli utenti.