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Una comunità intera in lutto per la scomparsa di Riccardo “Ricky” Val. Un male fulminante, scoperto solo un mese fa, se l’è portato via a 36 anni. E a fine estate sarebbe diventato papà per la prima volta. Il suo cuore grande, generoso e altruista, com’era nelle sue volontà, è stato donato.
Così come il fegato e le cornee: una manifestazione di estrema solidarietà; un ultimo gesto di generosità come generosa nei confronti del prossimo è stata tutta la sua vita.
Ucciso in un mese da un tumore a 36 anni
Riccardo è morto lunedì pomeriggio nel reparto di Terapia intensiva all’ospedale Sant’Antonio di Padova dopo il malore che l’aveva colpito sabato mattina mentre in casa a San Vito di Vigonza, dove si era trasferito dopo il matrimonio con Sara Giovatti, originaria della frazione di Pionca. Disperata la corsa al pronto soccorso, ma il 36enne vi è arrivato già in coma. Da lì la situazione è precitata in poche ore e i medici l’hanno tenuto in vita fino a lunedì, quando sono finite le speranze che potesse riprendersi.
LA SCOPERTA DELLA MALATTIA
Solo un mese fa, il 16 febbraio, la scoperta della malattia: un tumore al cervello aggressivo, esteso, non curabile, che prima di allora non si era manifestato. Quel venerdì era stato ricoverato per un primo malore e aveva ricevuto la tremenda diagnosi. Era stato operato e il decorso sembrava andato bene. Esattamente un mese dopo però, il 16 marzo, è stato il giorno del secondo malore e dell'ultimo ricovero. Lunedì, il giorno in cui è morto, Riccardo avrebbe dovuto iniziare un primo ciclo di terapie: non aveva mai smesso di guardare al futuro con fiducia e ottimismo, anche perché all’orizzonte c’era l’arrivo del primo figlio dalla sua amata Sara, che aveva sposato a maggio 2022.
IL RICORDO
«Riccardo era generoso, buono, altruista e l’ha dimostrato fino alla fine – dice la mamma Marilena Bessega –. Il suo cuore è andato a Bergamo e salverà una vita. Questo ci dà speranza e conforto nel fatto che c’è vita dopo la morte. Sapevamo che la situazione era difficile e molto grave, ma non pensavamo che ci lasciasse così presto. Era un ragazzo umile, disponibile, vedeva sempre ogni cosa in chiave positiva ed era un ottimista».
Lavorava come informatico a InfoCamere di Padova e stava studiando per conseguire la laurea. Toccante il saluto che gli ha dedicato il fratello Matteo. «Straordinario esempio di uomo generoso e buono, umanità e altruismo, fino all'ultimo istante della tua vita – spiega –. Grazie amore mio di avermi scelto come tuo fratello, mi hai reso orgoglioso, fiero, abbiamo attraversato difficoltà che non si possono nemmeno raccontare e che non dovevano appartenerti, ma in tutto ciò, anziché crearti una corazza da duro, hai dispensato bene e ti sei fatto amare da chiunque. Penserò io a Sara e al vostro bambino. Te l'ho promesso. Grazie anima pura, vivi dentro di me, anche se mi manchi come l'aria e una parte di me si è spenta per sempre in assenza del tuo sorriso rassicurante».
IL CORDOGLIO
Un uomo dai mille interessi e impegni; attivo in parrocchia a Peraga, dove abitava con la famiglia, per l’organizzazione della tradizionale festa medievale di giugno, e da due anni anche della rinnovata sagra di ottobre che, insieme ad altri amici, era riuscito a far ripartire. L’altra grande passione di Riccardo, che condivideva con il fratello Matteo, era il calcio. Era infatti grandissimo tifoso del Padova e amatissimo tra ultras e tifosi, che ora insieme alle centinaia di amici lo piangono. «Perdiamo un amico, il nostro Ricky, che tutti abbiamo conosciuto per la sua bontà e per il suo sorriso. Ci stringiamo forte alla moglie Sara, al fratello Matteo e a tutti i familiari» ha commentato il gruppo Ultras Padova. «Il Calcio Padova apprende con dolore della scomparsa di Riccardo Val, appassionato tifoso sempre a fianco con amore e bontà al biancoscudo» ha commentato la società.
Ma anche lo sport locale lo ricorda: «La società Vigoreal si stringe al caro amico ed ex giocatore Matteo per la scomparsa di Riccardo, anch’egli simpatizzante rossoblu». E anche il gruppo Amatori Calcio Codiverno: «Non è stato facile per i ragazzi scendere in campo sapendo che non c'eri più. Ma lo hanno fatto perché era quello che avresti voluto e tu eri lì con noi, in campo, in panchina, nello spogliatoio. Sarai sempre nei nostri cuori».
L’ultimo saluto sarà celebrato sabato 23 alle 10 nella chiesa di Peraga da don Alessandro Spiezia, don Vincenzo Cretella (che l’aveva sposato) e dall’amico e compaesano don Loris Bizzotto.