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Riconoscersi tra quelli del “topper”

9 mesi fa 7
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Una cosa brutta di questi tempi è sentirsi stupidi; perché si guardano di continuo programmi di cucina, alberghi, ristoranti e real estate porn. Quel che la rende meno brutta è capire quanti lo fanno. E riconoscersi perché qualcuno fa una battuta sul topper. Il topper è un coprimaterasso imbottito. Lo chef e conduttore Bruno Barbieri lo esige su ogni letto nella serie 4 Hotel, che insieme a 4 Ristoranti con Alessandro Borghese pervade le esistenze di molti di noi. La formula è la stessa: 4 alberghi/ristoranti sono in gara nelle categorie più varie, miglior cucina creativa del Gargano, miglior trattoria per motociclisti della Lunigiana, miglior albergo di charme di Desenzano o miglior campeggio chic del Cilento. Sono programmi tra reality e lifestyle, tra Italia Felix e Hunger Games. E la ferocia di ristoratori e albergatori tra loro pare pure una cosa di questa epoca, di empatia da videogiochi, di cattiveria senza mediazione, di rapporti umani da tv del pomeriggio.

I programmi 4 più 4 spesso vanno in onda insieme, a blocchi o alternati. Li si guarda quando si è stanchi o giù di morale, diventano una follia a due e un vizio familiare. Con perversioni aggiunte da programmazione random e repliche, e sempre qualcuno a casa che dice «no la puntata sui bike hotel della riviera romagnola no, che strazio» oppure «lascia lascia che c’è la puntata sui ristoratori innovativi di Siracusa che si mettono i capelli nel piatto» (non è provato). E onesto divertimento condiviso intergenerazionale; specie con i venti-trentenni cresciuti con genitori che viaggiavano e andavano sempre al ristorante (ancora lo fanno, quando possono).

Così, quando si vedono, genitori e figli evitano i grandi temi e scherzano sul topper. Si godono le location (una delle categorie da votare in ambedue i programmi), immaginano piatti, soffrono insieme quando i concorrenti leggono i punteggi e si dicono cattiverie. Quasi tutti conoscono qualcuno che conosce qualcuno che ha lavorato ai programmi e favoleggia di complotti accordi e combine.

Ma il vero seguace non vuole sapere niente. Vuole la sua favola sempre uguale con i suoi tipi italiani vecchi e giovani, la commedia umana in un’ora con gli spot in cui nessuno, alla fine, si fa troppo male. Anche se non è più sempre vero, una ristoratrice cattiva è stata massacrata online. E ora si temono i negazionisti del topper, e altro.

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