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Ricorso Frajese, la Corte UE lo mette nero su bianco ▷ “I medici potevano sconsigliare i sieri”

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La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha respinto il ricorso presentato da Giovanni Frajese, che chiedeva l’annullamento delle autorizzazioni all’immissione in commercio dei vaccini anti-COVID-19 Comirnaty (Pfizer/BioNTech) e Spikevax (Moderna). La Corte ha confermato la decisione del Tribunale UE, dichiarando che Frajese, come medico, non aveva un interesse diretto e attuale né la legittimazione ad agire, poiché le autorizzazioni non imponevano obblighi specifici ai medici vaccinatori.
La Corte ha chiarito che i vaccini richiedono formalmente una prescrizione medica, ma tale requisito è stato gestito diversamente nei vari Paesi, come l’Italia, dove sono stati somministrati nell’ambito di campagne pubbliche senza prescrizione individuale.

Così, sebbene il ricorso presentato con l’avvocato Olga Milanese e il collega Andrea Montanari sia stato respinto, le motivazioni potrebbero rappresentare una sferzata di novità per quei medici radiati nel mezzo della pandemia: “Spero serva a questo”, ha commentato da noi il prof. Vanni Frajese, su una sentenza che sa di vittoria di Pirro per chi sperava che fosse un respingimento.
E lo è, perché sebbene siano stati sollevati dubbi sulla terzietà dei giudici, che replicando una triste tradizione statunitense avevano avuto le mani in pasta anche in ruoli politici della Commissione Europea; non si è potuto fare altrimenti che specificare che il medico vaccinatore ha l’onere e il diritto di informare su benefici e rischi dei sieri: persino di sconsigliarli.

Abbiamo commentato la notizia QUI insieme al prof Frajese e Alberto Contri | Un Giorno Speciale, 7 febbraio 2025

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