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L’ultima notizia arriva dalle intelligence: la Russia starebbe architettando un sabotaggio delle elezioni europee di giugno.
Titola così in prima pagina il Corriere della Sera: “Minaccia russa sull’Europa”. Putin starebbe preparando “violenti atti di sabotaggio in tutto il continente”. Motivo per cui l’allarme dell’Occidente è rafforzare e blindare le difese informatiche e non. Ma non è certo la prima volta che il mondo atlantista ha lanciato un’emergenza sempre di questo tipo, sempre con la Russia nel mirino. Emblematico il termine “Russiagate” per indicare una presunta infiltrazione russa nelle elezioni statunitensi del 2016, che hanno visto vincitore Donald Trump.
Ora, a un mese dalle europee, spunta lo stesso avvertimento. Francesco Borgonovo, vicedirettore de La Verità, ne ha parlato con Savino Balzano e Marco Scatarzi.
“Credo – dice Balzano – che arrivati a questo punto, soffiando questi eventi di guerra supportati dalla politica e da una certa élite, anche dell’informazione occidentale, noi dobbiamo assumere un atteggiamento ancora più radicale se vogliamo allontanare l’ipotesi della guerra.
E’ proprio irragionevole pensare che Putin stia interferendo nelle elezioni europee, perché non vedo quale possa essere l’interesse di Putin rispetto a quelle elezioni di cui non frega nulla nemmeno ai popoli interessati. Ci sarà una partecipazione al voto prevedibilmente inadeguata rispetto a qualsiasi consultazione elettorale, quindi figuriamoci quanto gliene può fregare a Putin e ai russi“.
Ciò che ravvisa Scatarzi è uno schema ciclico che si ripresenterebbe a ogni tornata elettorale.
“Sembra essere diventato, almeno in Italia, un must, quello di tirar fuori dal cilindro un’emergenza ogni volta che si va al voto.
Mi ricorda un po’ l’atteggiamento che accompagna l’economia, la cosiddetta shock economy, da qualche anno: c’è sempre un’emergenza nuova rispetto alla quale occorre far fronte“