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Ristoratrice suicida a Sant’Angelo Lodigiano, la procura chiede l’archiviazione: “Quella recensione non era genuina”

4 mesi fa 6
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La Procura della Repubblica di Lodi ha avanzato, oggi, la richiesta di archiviazione dell'indagine per istigazione o aiuto al suicidio di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano trovata morta lo scorso 14 gennaio nelle acque del Lambro dopo le polemiche per la risposta a una recensione online di un cliente contro gay e disabili considerata falsa.

Le indagini hanno accertato che nessuno ha aiutato Pedretti nel suicidio e che la recensione del presunto cliente non era genuina. Ora, il fascicolo passa al vaglio del giudice delle indagini preliminari per eventuali opposizioni o per l'archiviazione definitiva.

Le indagini svolte dalla Procura di Lodi sul caso di Giovanna Pedretti, la ristoratrice di Sant'Angelo Lodigiano che si è gettata nel Lambro, dopo essere finita al centro di una bufera mediatica sui social, hanno chiarito in sintesi che nella morte della signora Pedretti «non vi è stato alcun contributo di terze persone» e che la signora Pedretti «si è suicidata per annegamento dopo numerosi tentativi autolesivi a mezzo di uno strumento da taglio non capace di lesioni profonde». Secondo la procura «è noto che il suicidio è avvenuto pochi giorni dopo che la signora Pedretti aveva pubblicato sul sito Facebook della propria pizzeria di sant'Angelo Lodigiano la foto di un'apparente recensione negativa al locale, contenente caratteri discriminatori sul piano degli orientamenti sessuali e della disabilità, con l'aggiunta di un proprio commento».

La pubblicazione, spiega la procura, «aveva avuto - in breve lasso temporale - ampio risalto mediatico, prima al livello locale e poi nazionale (stampa e televisione), con numerosi interventi e polemiche sia sul contenuto discriminatorio della apparente recensione che sulla risposta della signora Pedretti, ed in seguito sulla verità o falsificazione della recensione stessa; sono intervenuti nella polemica anche alcuni blogger e personaggi noti nel mondo dei social network, le indagini svolte hanno chiarito che la apparente recensione pubblicata su Facebook non è genuina».

Pertanto, «non sussistendo alcun fatto riconducibile all'art. 580 c.p. la richiesta di archiviazione è stata avanzata nel registro ignoti senza procedere ad aggiornamenti dell'iscrizione».

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