ARTICLE AD BOX
A Roma piove, è un mercoledì di maggio e il clima sembra ancora autunnale. In via dei Falegnami una coppia di turisti, con due piccoli trolley al seguito, si ripara sotto la tettoia di un palazzo. L’uomo dice alla compagna, rimettendo in tasca il cellulare: «Sta arrivando per darci le chiavi, andiamo a prendere qualcosa da mangiare». Del resto, è ora di pranzo. Dove alloggiate? «In un B&B qui vicino ma il titolare è in ritardo, dice per il traffico», risponde l’uomo. Già il traffico di Roma, chi non lo conosce? Così la coppia entra in una pizzeria al taglio non distante e poco dopo torna. Con loro una giovane ragazza che apre il portoncino di un palazzo e li fa entrare. Ma come, non ha il lucchetto? «Ci stiamo attrezzando», risponde l’host. Molte strutture extra alberghiere, infatti, hanno “aggirato” il problema della consegna chiavi con quelle scatoline attaccate a inferriate, portoni, pali della luce, fioriere, dentro cui ci sono chiavi o codici per aprire il portone e contro cui anche la Prefettura ha mostrato in tempi non sospetti perplessità per ragioni di pubblica sicurezza. Roma sotto la pioggia comunque non si ferma e non si fermano neanche i turisti, tornati dopo la pandemia a visitarla superando il trend del 2019 in fatto di presenze.
Solo nel 2023, in base ai dati raccolti dalla Questura che, obbligatoriamente, le strutture alberghiere ed extra alberghiere sono tenute a comunicare, i clienti totali sono stati 15.866.124 mentre nei primi quattro mesi dell’anno corrente, la cifra raggiunge quasi i cinque milioni (4.929.904). Gli “evasori” della comunicazione ad ora sono stati 35. Ma dove soggiornano o hanno soggiornato tutte queste persone se gli hotel sono “appena” 1.014? Nel novero delle strutture extra-alberghiere: dai tradizionali B&B agli alloggi per uso turistico, dalle case vacanze alle “Guest house”. Più di 27 mila realtà contate dal Dipartimento Turismo a cui si aggiungono gli abusivi, stimati in almeno 12 mila.
Ovvero quei B&B e affini che non hanno permessi né autorizzazioni, che non hanno richiesto la famosa “Scia” d’apertura ma che pure fanno affari d’oro in quei palazzi del centro storico da cui i residenti sono scappati.
Lo spopolamento
Tante le ragioni che hanno portato principalmente il territorio del I Municipio, area Unesco compresa, a spopolarsi. In via d’Ascanio, a pochi passi dalla celebre chiesa di San Luigi dei Francesi (dove gratuitamente si ammirano le opere del Caravaggio) la signora Piera De Rosas esplode al citofono: «Questo palazzo si è svuotato, siamo ormai in tre su dieci appartamenti, mentre altri tre sono stati riconvertiti in B&B e gli altri sono vuoti. Questo è un palazzo antico, il via vai dei turisti con le valigie è davvero un problema per i danni, la confusione, la sicurezza. Ci sono delle problematiche: si rompe spesso l’ascensore. Non sai mai chi c’è». Pochi metri più avanti, al palazzo seguente ecco che si vede l’apparecchio per inserire il codice con cui aprire il portone. Anche in questo edificio ci sono delle strutture ricettive extra alberghiere. Ed anche qui un residente esasperato: «La notte non dormiamo e poi, mi permetta, l’inciviltà di alcuni ospiti è insopportabile. Servono regole e controlli, non sono contrario al turismo ma serve sicurezza». «Il Centro ha cambiato volto - spiega Fabrizio, storico macellaio di via d’Ascanio - un tempo servivo i residenti ora facciamo solo servizio ai ristoranti». A riprova di questo l’incontro che proprio ieri pomeriggio si è svolto alla scuola Trento e Trieste di via dei Giubbonari. «Non ci sono più bambini da iscrivere - spiega Viviana Piccirilli Di Capua, a capo dell’Associazione abitanti centro storico - non è un problema solo di scarsa natalità, si è generato un vero massacro dell’abitato del centro storico considerato dall’Unesco patrimonio mondiale, nei palazzi entrano sconosciuti, sempre più spesso terra di nessuno». C’è da dire, tuttavia, che i controlli sono da ultimo aumentati (anche se al momento sembrano gocce nel mare) e che molte strutture extra-alberghiere stanate a violare le regole sono corse ai ripari regolarizzando i permessi. Tant’è che solo nel 2023 fra nuove aperture e posizioni sanate si sono contate 4 mila nuove realtà. «Dai 2.264 controlli e 822 violazioni accertate nel 2022 si è passati - fanno sapere dal Dipartimento Turismo - ai 5.066 controlli con 2.149 sanzioni nel 2023». Anche sul fronte dei negozianti non tutti la vedono come il macellaio Fabrizio.
I commercianti
«Per molte attività - analizza Angelo M., titolare di un negozio di ottica in via dei Falegnami - questo ricambio è stato proficuo anche perché vivere in Centro oggi è davvero molto complicato». «Fra la Ztl, i parcheggi che non ci sono, le manifestazioni, la sporcizia - aggiunge David Mimun, titolare della storica merceria Alfis di largo dei Ginnasi - il Centro è molto cambiato ed è anche peggiorato. A me fa impressione uscire dal negozio e trovare clochard accampati davanti all’Area Sacra di largo Argentina».
Tornando alle verifiche: la Polizia Locale su input del comandante generale Mario De Sclavis ha creato un coordinamento fra Municipi al fine di controllare in primis le strutture extra-alberghiere. A partire da metà febbraio, ovvero da quando il piano è divenuto operativo, sono state verificate mille realtà e fra queste le irregolarità sui fronti più diversi (mancato pagamento della tassa di soggiorno, mancata comunicazione di attività, aumento della capacità ricettiva) sono state 300. Per la tassa di soggiorno (il cui ammanco complessivo in tutta la città è stimato fra i 20 e i 40 milioni di euro) le strutture totalmente irregolari sono state 114 mentre più di 200 sono in fase di verifica. Un host ha provato a giustificarsi con gli agenti dicendo: «credevo fossero mance per me». Il cambio di passo, seppur lento è iniziato: «Grazie anche alla collaborazione con i portali che pubblicizzano gli alloggi brevi - spiega l’assessore al Turismo Alessandro Onorato - abbiamo ora recuperato tutte le informazioni fiscali degli host e procederemo ora con l’incrocio dei dati in nostro possesso di chi ha l’autorizzazione». Resta un nodo da sciogliere, ovvero quello dei lucchetti con codici e chiavi per entrare nei palazzi. Un problema di sicurezza dal momento che con queste “scatole” salta la verifica fisica sull’ospite. Vale la pena ricordare che Giandavide De Pau, accusato dell’omicidio di tre donne al quartiere Prati nel novembre 2022, prima di essere arrestato si nascose in un B&B di via Milazzo.