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Saviano, crolla palazzina: recuperato anche il corpo di nonna Autilia morta con i due nipoti e la nuora. Padre e figlio di 2 anni vivi per miracolo

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 I Vigili del fuoco hanno estratto dalle macerie della palazzina crollata a Saviano, in provincia di Napoli, il corpo dell'anziana che ancora non era stato trovato. Con il recupero della donna, la nonna dei tre bambini coinvolti nel crollo, sono terminate le operazioni di ricerca e soccorso. Il bilancio finale è di quattro morti: la nonna 80enne, due bimbi e la mamma. La palazzina è crollata per una fuga di gas verso le 7 di ieri mattina. 

Palazzina crollata a Saviano, il miracolo di Gennarino: ore tra polvere e calcinacci e le domande ai soccorritori

Il miracolo di padre e figlio piccolo

Ieri mattina, poco più di un'ora dopo, quando ormai l'area era stata isolata  sono stati estratti vivi Antonio Zotto, 40 anni, e l'ultimogenito Gennaro, di soli due anni.

Un miracolo. Zotto - che al momento dell'esplosione si preparava ad uscire per raggiungere un supermercato di Nola dove lavora come salumiere - presenta ustioni di secondo e terzo grado su oltre il 65 per cento del corpo. Trasportato in eliambulanza al reparto "Grandi ustionati" del Cardarelli, è stato intubato. Resta in prognosi riservata. Ma il vero miracolo riguarda il piccolo di due anni, Gennaro, che ha riportato diverse contusioni: anche per lui, ricovero immediato all'ospedale pediatrico Santobono, dove i medici assicurano che non è in pericolo di vita.

Le vittime

La mamma di Gennarino, Vincenza Spadafora di 41 anni, e altri due bambini: Autilia Pia e Giuseppe, rispettivamente di quattro e sei anni non ce l'hanno fatta. Così come la nonna dei piccoli, Autilia, 80 anni, che abitava al piano rialzato. È straziante la testimonianza del brigadiere Michele Conte - da oltre 35 anni nell'Arma - il primo ad intervenire con un collega e a scavare a mani nude: «Quando abbiamo sentito una voce dalle macerie che implorava aiuto non abbiamo esitato, iniziando a rimuovere ferri e blocchi di cemento. Fin quando abbiamo estratto il corpo dell'uomo: con un filo di voce, e il corpo piagato dalle ustioni, ci chiedeva di salvare i suoi cari ancora intrappolati. Subito dopo abbiamo trovato il corpicino del primogenito, di sei anni, purtroppo senza vita. A quel punto non ho retto all'emozione, e quando lo hanno avvolto in un lenzuolo bianco gli ho tenuto la manina che fuoriusciva dal telo, nell'istinto di proteggerlo e non farlo sentire solo fin quando è stato caricato sull'ambulanza. Ma lui, purtroppo, era già morto».

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