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Sellner, il teorico della deportazione dei migranti, arrestato e respinto dalla Svizzera. E Musk lo difende

10 mesi fa 49
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Respinto come i migranti che vuole rimandare nei Paesi d’origine. Martin Sellner è il destrissimo leader del Movimento Identitario austriaco, considerato un estremista dalla Germania, con una gioventù neonazista. Da tempo, se ne va in giro a tenere discorsi al limite dell’umanità e dell’incitamento alla pulizia etnica, molto ascoltati dalle destre europee. Parla di “remigrazione”, cioè di ritorno forzato degli immigrati al luogo di origine razziale, la sua soluzione per un’Europa che soffre di “eccessiva mescolanza di culture”, dice. Ma stavolta, nemesi della sua pesante propaganda ultranazionalista, qualcuno gli ha impedito di parlare. A farlo è stata la Svizzera.

La polizia cantonale dell’Argovia, Svizzera tedesca, l’ha arrestato prima che cominciasse il comizio nella città di Tegerfelden, organizzato dal gruppo di destra “Junge Tat”. Doveva tenere una conferenza dal titolo “Scelta etnica e remigrazione”. Non ci è mai arrivato, perché è stato tenuto in custodia in carcere per tre ore, poi espulso dal Paese. La ragione del fermo era: “Garantire la sicurezza pubblica ed evitare scontri con i contestatori”.

Sellner aveva già un divieto di ingresso in Svizzera da parte della polizia di Zurigo. Non se ne è curato e ha sfidato le autorità cantonali entrando via acqua dal lago di Costanza, a bordo di un gommone, mentre sbeffeggiava i profughi che arrivano coi barconi nel Mediterraneo.

Quando il proprietario dell’immobile, il Museo cantonale della viticoltura di Argovia, che ospitava il convegno, ha saputo chi stava per salire sul palco, ha chiamato le forze dell’ordine. E così è scattato l’arresto, subito denunciato dall’estremista su X (ex Twitter). Sellner ha tuonato all’attentato alla libertà di espressione. Ha usato per sé lo stesso termine, “pushback”, “Io respinto”, che senza pudore invoca per i migranti. Anzi, molto di più. Loro li vorrebbe deportare, rifacendosi a teorie proto-fasciste impastate con idee che mescolano Spengler, Heidegger e Carl Schmitt.

Ma sulla rete non è mancato il sostegno. C’è chi reagisce col complottismo: «La Svizzera è l’Israele d’Europa, dove gli ebrei possono operare liberi, tra banche e manovre politiche». Un altro ricorda come «l’Argovia nel 1600 era l’unica regione in cui gli ebrei erano tollerati«. C’è chi twitta gridando ai “principi democratici che stanno morendo”. E poi c’è direttamente il padrone del medium X, Elon Musk, che ritiene opportuno usare la sua creatura per difendere la “nobile causa” di Sellner e dichiarare apertamente come la pensa: «È legale tutto questo?«, ha twittato Musk. Sempre più complottista, sempre più estremista, il guru della tecnologia e capo di Tesla, dopo Trump può ora essere annoverato al fianco di un altro personaggio pubblico dalle idee quantomeno controverse.

Cos’è la “remigrazione”
Sellner sta diventando in qualche modo la nuova frontiera della linea più dura delle destre europee. Dall’Austria alla Germania, si parla di “remigrazione” come “soluzione per i migranti”. L’estremista va dicendo che le società siano degradate da un multiculturalismo incontrollato, alla base di molti dei problemi dell'Europa moderna. È necessario, dunque, "remigrare", rimuovere con la forza-allontanare gli immigrati che infrangono la legge o che rifiutano di integrarsi, indipendentemente dal loro status di cittadinanza. Il Movimento identitario è stato fondato nel 2012. Il leader del gruppo austriaco è stato bandito dal Regno Unito nel 2018 e dagli Stati Uniti nel 2019. Ma in questo ultimo periodo, con il crescere delle destre in vista del voto europeo, il suo raggio d'azione sembra crescere. A novembre, è stato protagonista di un incontro a Potsdam, in Germania, in cui esponeva ad alcuni politici della tedesca AfD e della Cdu la “soluzione definitiva sull’immigrazione”, una teoria dai vaghi echi nostalgici nazionalsocialisti. La riunione segreta era stata rivelata dal giornale Correctiv, e ha fatto il giro del mondo, generando un vero choc politico per la Germania.

Nel passato dell’estremista Martin Sellner figurano endorsement ai negazionisti dell'Olocausto, svastiche su sinagoga in Austria, con lo slogan “legalizzala”. All'università ha studiato filosofia e ha fatto parte di una confraternita studentesca, la Burschenschaft Olympia. Poi, presa distanza pubblicamente da questo passato “compromettente”, ha fondato il Movimento Identitario Austriaco, gruppo influenzato, secondo i critici dal "Bloc Identitaire" francese e dalla nostra "CasaPound". Nel 2019 ha sposato Brittany Pettibone, influencer californiana dell’“alt-right” su YouTube. È stato anche indagato dopo aver rivelato di aver ricevuto una donazione di 1.500 euro da parte del suprematista bianco australiano Brenton Tarrant, che nel marzo 2019 uccise 51 persone in due moschee a Christchurch, Nuova Zelanda.

Il motto di Sellner è: «Prima di fare una cosa, devi poterla dire». Il suo proselitismo sulla remigrazione, per ora nei Paesi di lingua tedesca, ha questo scopo. In Austria ha funzionato perfettamente: il termine, l’idea della deportazione forzata che ha odore di pulizia etnica, viene correntemente usato ormai dal partito di estrema destra Fpö.

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