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Per i pazienti che lo accusano prescriveva delle semplici infiltrazioni ma le faceva passare per complesse operazioni chirurgiche fatte pagare dieci volte tanto. Lui, il chirurgo ortopedico Davide Caldo,si è sempre difeso dicendo che si trattava di "interventi innovativi" che le assicurazioni dei pazienti non avrebbero rimborsato senza l'uso di codici esistenti. Ora, come stiano veramente le cose lo stabilirà il processo dato che il medico questa mattina, lunedì 3 giugno, è stato rinviato a giudizio dalla gup Eleonora Saccone con l'accusa di falso in atto pubblico e truffa.
Per il pm Giovanni Caspani, che ha coordinato le indagini della finanza, Dolce avrebbe manipolato decine di cartelle cliniche. I danneggiati che si sono costituiti parte civile includono il fondo complementare Unisalute, che chiede mezzo milione di danni (assistito dall’avvocato Pietro Obert), e la paziente la cui denuncia ha dato il via all'inchiesta penale.
La signora, dopo aver subito diverse iniezioni per una borsite, si era vista negare dalla clinica La Fornaca la copertura assicurativa per un ulteriore intervento a causa dell'esaurimento del plafond. Insospettita, aveva segnalato l'anomalia all'assicurazione. La Procura ha poi identificato altri casi simili nella stessa clinica (estranea ai fatti), tutti interventi eseguiti dal dottor Caldo.
Era metà febbraio 2024 quando i militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Torino hanno sottoposto a sequestro preventivo quasi 400mila euro nei confronti del medico con studio nel capoluogo piemontese che avrebbe documentato interventi chirurgici diversi da quelli effettivamente eseguiti sui pazienti che erano ignari di tutto, al fine di ottenere vantaggi patrimoniali a danno di una compagnia assicurativa.
Come detto, secondo gli investigatori, il chirurgo avrebbe sottoposto alcuni pazienti affetti da patologie vertebrali (sono 14, in tutto, i casi accertati) a infiltrazioni, attestando tuttavia l’esecuzione di operazioni chirurgiche ben più complesse (nello specifico, di artrodesi e stabilizzazione vertebrale). Ciò anche sfruttando a proprio vantaggio specifici codici presenti nel nomenclatore sanitario, così da ricondurre artificiosamente le infiltrazioni effettuate, non coperte dalle polizze assicurative sottoscritti operati, tra le tipologie di intervento invece oggetto di rimborso da parte della compagnia assicurativa di riferimento. Così questa avrebbe provveduto a erogare rimborsi non spettanti e particolarmente esosi.
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