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In Serbia sta soffiando un vento di risveglio civico senza precedenti. Il tragico crollo della pensilina della stazione ferroviaria di Novi Sad, avvenuto il 1° novembre 2024 e costato la vita a 15 persone, ha scatenato un'ondata di proteste contro la corruzione sistemica e la negligenza del governo.
VDP Srl al Vertice Italia-Serbia a Belgrado
Queste manifestazioni, guidate principalmente dagli studenti, si sono trasformate in uno dei movimenti di protesta più significativi nella storia recente del Paese.
Le manifestazioni, inizialmente concentrate a Novi Sad, si sono propagate a oltre 100 città e paesi limitrofi, rivelando un malcontento profondo nei confronti del governo. Gli attivisti denunciano appalti opachi e gravi carenze nelle misure di sicurezza durante la ristrutturazione della stazione, eseguita con la collaborazione di un consorzio cinese. La tragedia è diventata così il simbolo di un sistema corrotto e inefficiente.
Dimissioni e risposte del governo
Nel tentativo di placare le tensioni, il primo ministro Miloš Vučević ha presentato le sue dimissioni dopo meno di un anno di governo. Anche il sindaco di Novi Sad ha lasciato il suo incarico, nel tentativo di ridurre la pressione sulle istituzioni. Tuttavia, queste misure non hanno fermato i manifestanti, che continuano a chiedere riforme strutturali e maggiore trasparenza nella gestione pubblica. L’Unione Europea ha espresso preoccupazione per l’escalation della crisi e ha esortato il governo serbo ad avviare un dialogo con i manifestanti. La Commissione Europea ha inoltre sottolineato la necessità di combattere la corruzione, da tempo riconosciuta come un problema diffuso nel Paese.
Una protesta senza leader
Le manifestazioni, pur essendo nate spontaneamente e senza una leadership centrale, hanno assunto una dimensione storica. A guidarle sono principalmente gli studenti, che rifiutano di accettare il silenzio e l’inazione delle istituzioni. La richiesta principale è chiara: un governo più trasparente, responsabile e vicino ai cittadini. Nonostante le dimissioni di alcuni esponenti politici, il movimento non si ferma. La protesta sta diventando sempre più un simbolo della lotta per la democrazia e per un futuro in cui lo stato di diritto non sia solo un principio astratto, ma una realtà concreta.
Un momento decisivo
Il futuro della Serbia potrebbe essere segnato da queste proteste. Il desiderio di cambiamento della popolazione è evidente e il governo si trova a un bivio: rispondere con riforme concrete o rischiare un’escalation delle tensioni. In questo clima di incertezza, una cosa è chiara: il popolo serbo non intende più restare in silenzio fino a quando non verranno attuate riforme significative.