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Serhiy Marchenko: “Presto per parlare di ricostruzione, l’Ucraina deve prima sopravvivere”

9 mesi fa 9
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CERNOBBIO. «Abbiamo bisogno di concretezza, ovvero munizioni e missili. Noi facciamo e faremo il possibile, ma vincere contro la Russia significa proteggere anche l’Europa». Serhiy Marchenko ha il volto stanco, ma gli occhi mostrano una marcata tenacia. Il ministro delle Finanze ucraino è al Teha Forum di Cernobbio per far presente al gotha finanziario italiano che l’Ucraina continuerà a combattere, ma ha bisogno di più supporto militare: «Non c’è tempo da perdere». Le parole di Marchenko arrivano nei giorni in cui ci sono stati gli ennesimi attacchi a Zaporizhzhia e dopo che Kiev ha rivendicato la distruzione di un oleodotto in Russia. La guerra continua, il ministro lo sa.

Quale è la situazione oggi?
«Siamo esausti. E non è per mancanza di uomini, ma per la mancanza delle munizioni. È questa la causa per cui abbiamo perso parte del nostro territorio negli ultimi mesi. Ma, ancora una volta, siamo riusciti a proteggere il nostro Paese, nonostante tutto. Abbiamo già stanziato mezzo miliardo di euro. E ci aspettiamo di stanziare di più per le fortificazioni di cemento sulla linea del fronte».

I russi attaccano.
«La Russia utilizza droni, missili da crociera e missili balistici per distruggere le nostre centrali termiche. E hanno ottenuto alcuni successi, distruggendo l’80% della nostra capacità. Stiamo cercando di ripensare ai nostri incentivi per le riparazioni e implementare gli sforzi di decentralizzazione dell’elettricità, in modo da rendere meno gravi i disagi derivanti dagli attacchi russi».

Cosa vi aspettate?
«Un sostegno, perché siamo molto dipendenti da esso. La mancanza di sostegno crea un certo peso sulle decisioni di bilancio. Per esempio, quest’anno abbiamo già anticipato 4 miliardi di euro addizionali per l’acquisto dei proiettili e delle munizioni necessarie per continuare a combattere».

Più o meno cosa serve?
«A marzo abbiamo ricevuto 9 miliardi di dollari. Ma questo mese non ci aspettiamo lo stesso importo. Quindi dobbiamo prendere alcune misure. Per quest’anno mancano risorse per circa 8 miliardi di dollari, perché ci aspettavamo il sostegno degli Stati Uniti, che ci sta creando diversi problemi».

Avete dati sulle possibili necessità di ricostruzione?
«Sì, ci affidiamo, ancora una volta, al rapporto della Banca Mondiale. Il nostro fabbisogno è stimato a 480 miliardi di dollari. Ora però ci stiamo concentrando sulla sopravvivenza quotidiana, sui bisogni attuali e sulle esigenze di bilancio per coprire le nostre spese socio-umanitarie. La ricostruzione è nella nostra agenda ma, ancora una volta, a causa della mancanza di risorse per i bisogni primari, preferiamo rimandare il discorso».

Cosa chiedete ai Paesi occidentali? Possono fare di più?
«Ho avuto una discussione con il Commissario Paolo Gentiloni. E ho elogiato gli sforzi per utilizzare i proventi della dismissione dei beni russi sequestrati, che hanno raccolto 3 miliardi per l’acquisto di attrezzature militari necessarie all’Ucraina. Ma il sostegno deve essere aumentato, è necessario».

Si parla di spese per la Difesa in aumento per l’Ue. Cosa ne pensa?
«Ho detto oggi in questo Forum che è inutile creare 27 eserciti in Europa. Dovreste essere saggi a non spendere questi soldi, dovete capire cosa è necessario».

Cosa lo è?
«Fornire all’Ucraina munizioni, per aiutarci a combattere sul campo. Siamo capaci di farlo, ma stiamo perdendo tempo. Si doveva prendere quella decisione direttamente nel 2022. Sappiamo già cosa serve e cerchiamo di rilanciare tutte le industrie militari ucraine. Ad esempio, quest’anno prevediamo di produrre 1 milione di droni. Non penso che l’Europa possa produrne una quantità così grande».

Difficile pensarlo.
«I droni sono armi assolutamente fondamentali in questo momento. Naturalmente, i carri armati e altri veicoli corazzati sono utili, ma in questa fase lo sono ancora di più i droni e le altre nuove tecnologie, come ad esempio le armi da guerra elettromagnetica».

Perché dice “in questa fase”?
«In questa fase né l’Ucraina né la Russia utilizzeranno armi tradizionali. E la guerra muta drasticamente ogni mese, ogni sei mesi. Ecco perché capiamo meglio come proteggerci e come prevenire l’aggressione russa, ma abbiamo bisogno del sostegno dell’Europa, degli Stati Uniti e degli Stati Nato».

Fra le armi non convenzionali c’è anche la guerra cibernetica e quella informativa. Un tema cruciale in vista delle elezioni europee prima e statunitensi poi. Che idea si è fatto?
«Combattiamo costantemente con la Russia anche su questo particolare campo di battaglia. E, sfortunatamente, la Russia non solo è capace, ma la sua capacità è superiore alla nostra. Distribuiscono alcune informazioni per mitigare gli sforzi dell’Ucraina, per dimostrare come l’Ucraina sia squallida e triste. Non è vero. Ed è molto pericoloso che ci siano discussioni così fallaci come “Proviamo a invitare nuovamente al tavolo delle trattative”, oppure “Proviamo a revocare le sanzioni”. È pericoloso perché non è la realtà».

Quali sono le priorità per l’Ucraina in questo momento?
«La numero uno è ricevere i missili, i proiettili, le munizioni e le protezioni che servono. La numero due è cercare di proteggere i nostri cieli. Quindi aumentare la capacità di utilizzare i sistemi Patriot per proteggere le nostre città più grandi. La terza è aiutarci con i nostri bisogni primari, perché i beni di prima sopravvivenza ci servono subito».

Quale messaggio vorrebbe mandare all’Europa?
«È impossibile che la Russia prevalga, perché l’Ucraina è una nazione di 40 milioni di abitanti con la propria Storia, la propria cultura e la propria tradizione. Combatteremo fino alla fine perché comprendiamo il valore della democrazia e non abbiamo altra scelta se non quella di proteggerci. Ma proteggere noi stessi significa anche proteggere l’Europa».

Qual è il rischio?
«Non vogliamo che questa malattia (l’aggressione della Russia, ndr) si diffonda in tutta l’Europa. Il mio messaggio è semplice: noi continuiamo a combattere, ma voi aiutateci con cosa è necessario adesso».

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