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Simone Lombardi, il ciclista che a Torino scala l'Everest: 15 ore in sella per salire 20 volte di fila a Superga

4 mesi fa 4
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Quando è salito in sella non c’era nessuno a vederlo o ad applaudirlo, quasi 16 ore dopo (quando ha completato la salita di Superga per la ventesima volta) ha fatto gli ultimi metri circondato dagli amici di sempre. Nel mezzo ci sono 187,86 chilometri, metà in salita e metà in discesa: tutti sulla stessa strada che collega Sassi al santuario di Superga. Perché è sul colle che sovrasta Torino che ha completato il suo personalissimo “everesting” Simone Lombardi, ciclista del collettivo Assault to freedom. Un’impresa lanciata per ricordare il suo ex capo (Carlo Melloni, dirigente Fiat scomparso nei mesi scorsi a causa di un tumore), ma anche per raccogliere fondi per l’Airc, attualmente sono stati donati 3.500 euro, ma proseguirà fino al 27 maggio.

Cos'è un everestingL'everesting è una sfida in cui un ciclista cerca di accumulare la stessa altitudine dell'Everest (8.848 metri) pedalando su una singola salita ripetutamente fino a raggiungere tale quota. Il primo evento descritto come "Everesting" è stato realizzato da George Mallory, nipote di George Mallory, scomparso sull'Everest nel 1924. Il giovane Mallory ha scalato il Monte Donna Buang nel 1994, avendo percorso otto "giro" della collina di 1.069 metri. Il formato e le regole sono stati definiti da Andy van Bergen, ispirato dalla storia dell'impegno di Mallory.

Inizialmente l’impresa era prevista per sabato 27 aprile, tuttavia le previsioni hanno costretto Simone a studiare un piano B. Dunque anticipare tutto a giovedì 25 aprile, giornata della Liberazione. “Se l’avessi fatta sabato sotto la pioggia sarebbe stata l’impresa sportiva di Simone: avrei fatto l’everesting sotto l’acqua da solo al freddo, avrei portato a casa l’impresa sportiva, ma non sarebbe stata una festa. E quella di giovedì 25 aprile è stata una festa per una persona che mi ha dato tanto”.

Tutto è iniziato a mezzanotte e 53 minuti. “Le prime due volte sono state abbastanza semplici anche perché tutto sommato faceva caldo, c’erano 9-10 gradi - ha spiegato Simone a TorinoToday -. Non si stava bene, ma non si ghiacciava neanche. La parte dura è iniziata tra le 3.30 e le 7 del mattino quando il termometro ha toccato 2°C. Sudavo durante la salita e congelavo mentre scendevo, non riuscivo neanche a mangiare. Mi sono fermato qualche volta, poi verso le 5 ho messo il cambio pesante con tanto di guanti e copriscarpe riscaldati e la situazione è migliorata”.

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Anche perché la salita di Superga - 4,5km per 450 metri di dislivello - è un pugno nello stomaco. “Ci sono tre punti che ti ammazzano - ha precisato il 37enne-. Il primo chilometro e mezzo è una mattonata al 12%, poi scende intorno all’8% per circa 500 metri. Al primo tornante ci sono rampe al 16-17% seguite da un pezzo al 6%. L’ultimo chilometro, invece, sale al 13%. Raccontarlo non è come farla”.

Con l’alba la situazione è ulteriormente migliorata, “poi sono arrivati i ragazzi - ha aggiunto Lombardi -. Psicologicamente mi hanno aiutato tanto”. L’impresa è terminata poco prima delle 18. Le cifre fanno impressione 187,86 chilometri per circa 13 ore e 30 minuti di pedalata (15 ore e 50 di tempo totale).

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