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Il futuro sportivo di Sinner si deciderà il 16 e 17 aprile 2025, date che la Corte Arbitrale dello Sport (Tas) ha scelto per l'udienza per la procedura arbitrale World Anti-Doping Agency contro il tennista sul caso Clostebol. Nessuna parte ha richiesto un'udienza pubblica che si svolgerà a porte chiuse. Il rischio è di una corposa squalifica da uno a due anni, come si evince dalla richiesta della Wada di qualche mese fa.
Le analisi
Angelo Cascella, avvocato esperto di diritto sportivo ed ex giudice del TAS, ha analizzato in un'intervista a L’Identità gli aspetti chiave della vicenda, ribadendo che i risultati delle analisi sono «oggettivi». «È pacifico - dice il legale - che una sostanza vietata sia stata trovata nel corpo dell’atleta».
La quantità di sostanza rilevata dalle analisi di Sinner è minima e Jannik ha dalla sua l'evidenza dei fatti ma anche l’assoluzione di ben tre organi indipendenti; di conseguenza l'azzurro ha buoni motivi per pensare che vicenda potrebbe concludersi positivamente per lui.
Cosa rischia Sinner
Eppure, spiega ancora l'avvocato, il punto cruciale riguarda la responsabilità oggettiva dell’atleta. «Il fatto che la quantità dopante non abbia modificato la prestazione sportiva di Sinner non conta ai fini della eventuale squalifica. Se è vietato assumere lo steroide anabolizzante, e questo c’è nel corpo dell’atleta, è un riscontro oggettivo e potrebbe essere sanzionato», ha concluso Cascella.