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Soldi per aprire la pratica per finanziamenti (da fondi inesistenti): 650 truffati in 13 regioni tra cui il Piemonte

4 mesi fa 12
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TorinoToday

Redazione 02 maggio 2024 13:18

Un’organizzazione ha ottenuto indebiti profitti, per oltre 2 milioni di euro, in danno di 650 vittime residenti in 13 Regioni tra cui il Piemonte. Questo hanno accertato i finanzieri della Compagnia di Faenza che hanno dato esecuzione ad un sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Ravenna, nei confronti di sette società e cinque persone. Il provvedimento segue all’emissione, nel dicembre scorso, di quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere eseguite dalle Fiamme Gialle faentine per i reati di associazione a delinquere, truffa, autoriciclaggio ed emissione di fatture false, e che è frutto degli ulteriori approfondimenti svolti dagli investigatori anche sul versante patrimoniale.

Come funzionava la truffa

Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Ravenna, il meccanismo di frode era finalizzato a prospettare alle vittime delle truffe la possibilità di accedere a finanziamenti erogati da organismi dell’Unione Europea a condizioni molto vantaggiose. Ma per ottenerli era necessario il pagamento di una somma, a titolo di istruttoria per la pratica, da accreditare sui conti bancari di società riconducibili al sodalizio, con sede a Roma, Torino, Viareggio e Cagliari. "I finanziamenti promessi per un importo complessivo di circa 60 milioni di euro, tuttavia, non sono mai arrivati, in quanto i fondi europei si sono rivelati del tutto inesistenti. Questo è ciò che emerge anche dai racconti delle numerose persone sentite dagli inquirenti, che sono state raggirate dalla falsa prospettazione di ottenere un incentivo per acquistare case, avviare iniziative imprenditoriali ovvero ottenere della liquidità necessaria al soddisfacimento dei propri bisogni personali. Le società proponenti i suddetti finanziamenti sono state quindi sottoposte a sequestro, unitamente alla totalità dei beni aziendali ad esse riferibili. Il provvedimento ha riguardato, altresì, le disponibilità finanziarie degli indagati fino alla concorrenza dell’intero profitto illecitamente ritratto", spiegano dalla Guardia di Finanza.

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