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Sondaggi politici, un anno dei partiti in numeri: chi ha guadagnato e chi ha perso nel 2024

3 giorni fa 2
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Se nell'ultimo decennio le vicende politiche del nostro Paese hanno parlato soprattutto di instabilità - tra cambiamenti di leader, di maggioranze, di equilibri - l'anno che si avvicina a conclusione ha rappresentato una apprezzabile eccezione.

Lo racconta bene l'andamento di Fratelli d'Italia, il partito della premier Giorgia Meloni, che si mantiene leader di preferenze e chiude il 2024 con gli stessi numeri con cui l'aveva cominciato, stabile al 28,8% dei voti (lo dicono i dati della Supermedia dei sondaggi Youtrend per Agi). Certo, non si può parlare di luna di miele con gli elettori, ma la presidente del Consiglio può comunque rallegrarsi per aver mantenuto il gradimento stabile, scongiurando (non inusuali) crolli improvvisi di consensi. La percentuale di preferenze ad oggi, infatti, è la stessa ottenuta da FdI alle Europee dello scorso giugno ed un punto decimale in più della Supermedia di inizio anno. 

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Sondaggi 2024: cresce il Pd, tendenza opposta per il M5S. Sorpresa Avs

Al primo posto dunque, inamovibile leader di preferenze, agli sgoccioli del 2024 resta stabile FdI. Al secondo, invece, la situazione è un po' diversa. Perché se è vero che negli ultimi anni il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte ha spesso e volentieri attentato alla leadership dem, è anche vero che la distanza tra pentastellati e Pd si è a dir poco acuita a fine 2024. Il Partito Democratico guidato da Elly Schlein continua a crescere, si allontana sempre di più dal M5S mentre si avvicina a FdI, che infatti tiene gli occhi aperti. A inizio anno, il dato medio dei dem era inferiore al 20%, pari al 19,3%. Alle Europee, complice il sistema delle preferenze, il Pd è arrivato oltre il 24% dei voti. Una percentuale confermata dai sondaggi dei mesi successivi e dagli ultimi dati: oggi la media del partito di Elly Schlein è del 23,5%.

Una crescita costante che i dem hanno toccato con mano anche alle Regionali, basti pensare all'oltre 42,9% ottenuto in Emilia Romagna, al 30,2% in Umbria e al 28,5% del voto ligure (qui nonostante la sconfitta). Pagano, secondo gli esperti, la capacità della segretaria Schlein di parlare a nuove fette di cittadini e, soprattutto, il radicamento dei dem sul territorio che, in tempi di scollamento totale tra elettori ed eletti, può essere la vera carta vincente. 

Tendenza uguale e contraria, questa, a quella vissuta dai colleghi di minoranza del Movimento 5 Stelle. Che continua la sua parabola discendente, dal 16,4% della Supermedia di gennaio all'attuale 11,4%. Nel mezzo, il punto più basso, toccato alle Europee. Qui i pentastellati hanno raccolto appena il 10%. Inermi, ancora una volta, di fronte alla disaffezione mostrata dagli elettori quando non si tratta di elezioni politiche. E consapevoli, forse, di dover fare molto di più in quanto a presenza sul territorio, visto che alle Regionali il loro dato è oscillato tra il 3,6% ottenuto in Emilia Romagna e il 7,8% sardo, nonostante la candidatura della pentastellata Todde.

La vera sorpresa a sinistra è stata l'ascesa di consensi vissuta da Alleanza Verdi Sinistra. Una tendenza da tenere d'occhio, visto che Avs è passata da poco più del 3% di inizio anno al 6,8% delle Europee, salvo attestarsi a fine 2024 su un dato medio del 6,3%. Si può dire che il centrosinistra è tornato a dare filo da torcere alla maggioranza, grazie soprattutto alla crescita del Pd e all'exploit di Avs.

Sondaggi 2024: a destra FI pronta al sorpasso sulla Lega. Partiti di centro poco incisivi

Anche per i colleghi di maggioranza della premier Meloni si conferma per quest'anno una certa stabilità. Va comunque segnalato il (leggero) sorpasso di Forza Italia sulla Lega, che per molti sarebbe stato impensabile dopo la morte di Silvio Berlusconi. E che invece c'è stato, con gli azzurri che sono passati dal 7,5% di inizio anno al 9,1% attuale, merito del riposizionamento in chiave moderata del leader, e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Numeri che hanno assicurato il progressivo avvicinamento al Carroccio, fermo all'8,8%.

I partiti di centro, invece, continuano a vivere un inesorabile calo di consensi. Dopo l'insuccesso delle Europee, con il 2,7% di Azione, il 2,3% di Italia Viva, fino all'1,9% di +Europa, tutti i piccoli partiti di centro sono fermi in una fase di profonda incertezza, in calo rispetto a inizio anno e incapaci di ritagliarsi un ruolo davvero incisivo nel panorama politico italiano.

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