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Sonia Bruganelli e la malattia della figlia Silvia: «I medici mi dissero: "Se non si opera appena nata morirà". Non è autosufficiente ma non sarà mai sola»

4 mesi fa 6
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«Tu lo hai sempre saputo che sarei riuscita a diventare la mamma che meritavi di avere... Grazie per avermi amata anche quando non lo facevo io». Questo messaggio e una loro foto. Quella di Sonia Bruganelli e di sua flglia Silvia che oggi ha 22 anni. Un messaggio che fa venire i brividi, ancora di più dopo aver ascoltato le altre sue parole. Parole dedicate alla malattia della figlia che l'hanno fatta sempre sentire una madre imperfetta. Oggi, racconta al Corriere della Sera, «ho accettato di essere una madre imperfetta e va bene così. Silvia, però, mi ha sempre amata. Come ho scritto, anche quando ero io a non volermi bene, a sentirmi responsabile della sua limitazione, che gli altri fratelli non avevano. E, invece, lei fin da subito, già da piccolissima, quando mi vedeva triste allungava il braccio e indicava il mio occhio, come a chiedere: perché piangi?».

La malattia della figlia

La risposta è semplice. «Ho sempre vissuto la malattia di Silvia come un’ingiustizia - racconta ancora al Corsera - Ho scoperto che era cardiopatica all’ottavo mese di gravidanza, quando si preparano i vestitini e si dipinge la cameretta.

Doveva essere il momento più bello e invece i medici, in modo diretto, mi dissero: “Se non si opera appena nata, muore”». Ma non è bastato. Silvia è nata il 23 dicembre del 2002 «ed è stata subito operata al cuore. Ma i danni dovuti all’ipossia postoperatoria li hanno scoperti dopo una settimana».

A 27 anni di età, Sonia Bruganelli, è crollata. Non ce l'ha più fatta. Si è allontanata anche dalla fede. Non credeva in niente. «Se c’era una lezione, avrei preferito impararla sulla mia pelle, non su quella di una neonata indifesa». Poi è arrivato Davide. E lì «ho cominciato a dirmi che non me lo meritavo, che stavo togliendo qualcosa a Silvia. È allora che il mio rapporto con lei è diventato ossessivo, mentre non riuscivo più a stare vicino a Davide. Ed è lì che ho cominciato a lavorare su me stessa. Mi sono rasserenata solo con la nascita di Adele, nel 2007». 

La paura del futuro

Ma i pensieri per Sonia non finiscono mai: «Il pensiero fisso riguarda il futuro, perché non è ancora autosufficiente e avrà sempre bisogno di qualcuno che l’aiuti. Però penso anche che non sarà mai sola, perché ha quattro fratelli. Chi si occuperà di lei avrà una disponibilità economica per non farle mancare niente, e questa è una grande fortuna, nella disgrazia».

La separazione

Ma Silvia ha sofferto della separazione? Alla collega Elvira Serra, Sonia risponde di no: «Io e Paolo viviamo in due appartamenti diversi di palazzi comunicanti attraverso un terrazzo e la stanza di Silvia. Lei è il nostro trait d’union». Paolo Bonolis invece la separazione l'ha subita. «Andarsene non vuol dire abbandonare: significa anche lasciare l’altro libero di essere felice senza di te. Nel nostro caso non ci sono stati tradimenti, capisco che per qualcuno avremmo potuto continuare a stare insieme. Ma ho conosciuto Paolo a 23 anni, siamo stati insieme per 26: le persone cambiano e io sono cambiata di più».

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