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Sophia Loren commuove Hollywood: «Qua mi sento a casa, il cinema è stata la mia terapia contro la fame e la paura»

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Sophia Loren è stata accolta al teatro dell'Academy Museum di Los Angeles da una commossa standing ovation. L'istituzione dedicata al cinema più importante al mondo ha così omaggiato l'artista che in 70 anni di carriera ha recitato in oltre 100 film. Lei ha ringraziato a modo suo: «Essere qui è davvero speciale per me, perché i film di Hollywood mi hanno insegnato a sognare». La platea, sold out da settimane, ha abbracciato la diva italiana in occasione dei suoi 90 anni (compiuti il ​​20 settembre) e dell'avvio di una retrospettiva delle sue interpretazioni ("Sophia Loren : La Diva di Napoli"), organizzata da Cinecittà e dal museo dell'Accademia.

La rassegna

Fino al 30 novembre saranno proiettati altri 10 film, tra i quasi cento in cui Sofia Costanza Brigida Villani Scicolone (così all'anagrafe) ha recitato in 70 anni di carriera: da "L'oro di Napoli" di Vittorio De Sica del 1954 a "La vita davanti a sé" del figlio Edoardo Ponti del 2022, passando per classici come "Ieri, oggi, domani" o "Matrimonio all'italiana", e per film americani come "Arabesque" di Stanley Donen e "Prêt-à-porter" di Robert Altman: La rassegna si è aperta con la versione restaurata in 4k di "La Ciociara" di Vittorio De Sica, film che le valse la palma d'oro a Cannes e l'Oscar nel 1962, prima attrice premiata per una interpretazione in una lingua diversa dall'inglese. 

L'infanzia

Sophia Loren parla con un inglese sicuro, usando una voce calma e forte. Ricorda la sua infanzia: «Da bambina a Pozzuoli, durante la seconda guerra mondiale la mia realtà era fatta di paura e fame: la paura delle sirene che annunciavano gli attacchi aerei e la fame che ci consumava ogni secondo della giornata. Ma quando mi trovavo nel nostro piccolo cinema e le luci si abbassavano, la mia realtà scompariva. Occhi e cuore si lasciavano incantare da Rita Hayworth, Ginger Rogers e Fred Astaire. Quel piccolo schermo argentato era la mia finestra su un mondo da favola, dove paura e fama non esistevano. Quel cinema divenne la mia terapia, la mia casa, ed è per questo che essere qui stasera è come tornare a casa». L'attrice, visibilmente commossa, è stata accompagnata dal figlio Edoardo Ponti, che l'ha introdotta come «una vera stella, non per il successo, ma per la semplicità luminosa ed eterna che porta in ogni sguardo e in ogni gesto. È un onore per me chiamarla 'mamma', amica e collega».

Il futuro

La diva ha passato una vita intera davanti alle telecamere, riuscendo come poche star italiane a superare l'Oceano e conquistare tutto il mondo: «Ho novant'anni, forse, ma nel mio cuore sono ancora quella bambina che sognava un domani migliore. E così stasera, sogniamo tutti insieme». Si proietta al futuro con la stessa forza di sempre: «Non voglio pensare all'eredità. Voglio pensare al mio prossimo film. Penserò all'eredità una volta che andrò in pensione e spero di non andarci mai». In un'intervista a Deadline, Loren svela il suo segreto: «Non avere mai un piano B. Così, quando ti trovi di fronte a un ostacolo che ritieni insormontabile, non finisci per prendere la via più facile. Fai un respiro profondo, vai avanti e trovi la giusta soluzione al tuo problema perché non hai altra scelta che andare avanti. Nessun piano B, solo un piano A». A Los Angeles ha vissuto serate indimenticabili, come l'Oscar vinto nel 1962 per La Ciociara di Vittorio De Sica: «Non avrei mai pensato nemmeno in un milione di anni che avrei vinto». Tra i ricordi più belli legati all'Academy: «Quello che mi viene in mente è quando ho dato l'Oscar a Roberto Benigni per La vita è bella.

Non c'è niente come condividere la gioia di qualcuno che ami e ammiri così tanto». 

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