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Icona femminista senza averne l’aria. In modo forse inconsapevole. Nel caleidoscopio di video, interviste e tributi dedicati a Sophia Loren nel giorno dei suoi 90 anni, questo è un modo diverso di renderle omaggio: come protagonista di una nuova era per le donne, nel cinema e non solo. Un'immagine simbolo è quella di Cesira della "Ciociara" che stringe a sé la figlia dopo la violenza sessuale di cui entrambe sono state vittime nell'Italia devastata dalla guerra nell'estate del 1943. Nello sguardo di Sophia-Cesira c'è il dolore ma anche la consapevolezza di una donna forte e autonoma, fiera della sua libertà tanto da rivendicare: «Io non ce ne ho di padroni». È la sua risposta alla violenza del mondo maschile in una pellicola che finalmente racconta la storia attraverso gli occhi delle donne. Un film che le consegna il primo premio Oscar per un'opera non in lingua inglese, nel 1962.
Ma è la vita di Sophia Loren, prima ancora delle sue interpretazioni, a evocare un nuovo modello di donna: è la sua infanzia povera a Pozzuoli, tra bombe, sirene di allarme, lotta per la sopravvivenza e un padre assente; il suo affermare di essere arrivata tanto lontano "grazie" a quelle origini e non "malgrado" le tante difficoltà, guadagnando i soldi necessari per sostenere non solo se stessa ma la famiglia. E non è tanto la fame ad aver segnato l'infanzia di Sophia quanto l'ipocrisia, il perbenismo. «Io e mia sorella siamo state derise, bullizzate ed evitate perché mia madre non era sposata», ha raccontato. E forse può apparire rivoluzionario, nell'Italia bacchettona del 1957, anche il suo matrimonio per procura con il produttore Carlo Ponti, che ottenne l'annullamento delle sue nozze precedenti solo nel 1962. Con la conseguente accusa di bigamia in un Paese dove la battaglia per il divorzio era ancora lontanissima. La stessa determinazione con cui l’attrice scelse di rientrare in Italia e affrontare 30 giorni di carcere (poi ridotti a 17) per evasione fiscale.
Ma tornando alla finzione cinematografica, c'è una lunga carrellata di donne autosufficienti e combattive interpretate da Sophia Loren: c'è Mara di "Ieri, oggi, domani", la escort con appartamento su piazza Navona, artefice del destino di più di un uomo. Filumena di "Matrimonio all'italiana" che ottiene il riconoscimento per i suoi tre figli da un uomo debole e incostante; e la meravigliosa Antonietta di “Una giornata particolare”, casalinga e madre di 6 figli, che prova a uscire da una vita di sottomissione unendo la sua amarezza a quella di Gabriele, omosessuale e antifascista, in uno dei momenti più bui per l'Italia del Ventennio: mentre Roma e Mussolini si inchinano ad Adolf Hitler, in visita nella Capitale, il 6 maggio 1938.
Sophia protofemminista diventa poi una testimonial consapevole dei diritti delle donne, soprattutto contro le barriere all'occupazione femminile. E oggi, a 90 anni, parla di politica: dell'esempio di Kamala Harris e di Ursula von der Leyen. Del futuro suo e di quello delle donne. Che è diventato presente.
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