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Claudio Lotito è pronto a spendere 250 milioni di euro per dare una casa (da 50mila spettatori) alla sua Lazio e ridare nuova vita allo stadio Flaminio. Il patron dei biancoazzurri, dopo aver annunciato in varie occasioni l'interesse per un impianto ormai preda soltanto del degrado e secondo qualcuno destinato presto a marcire - è pronto a presentare il suo progetto ufficialmente in Comune. Per esempio, ieri, non faceva mistero dei suoi piani in Senato, dove è stato protagonista per Forza Italia del voto sull'ultimo decreto Superbonus. Forse per spazzare via la tensione di una giornata più tesa del previsto e che per poco non ha rischiato di mandare in crisi il governo Lotito - tra un voto in commissione Bilancio sugli emendamenti, una riunione con il collega di partito Maurizio Gasparri e una trattativa ancora più dura con i dirigenti del Mef sulla Sugar tax - non perdeva l'occasione di ripetere a chi gli era vicino: «Ho pronto un progetto per rifare il Flaminio bellissimo. Anzi, magnifico». E a chi gli chiedeva se l'avrebbe abbattuto, replicava: «Ma che dici? Ho chiesto a un architetto di fare un ampliamento che deve ricordare in tutto e per tutto il capolavoro di Nervi». Inteso come Pierluigi, progettista che ha firmato capolavori dell'architettura moderna come lo Stato Flaminio o il Franchi di Firenze, la prima sede dell'aeroporto internazionale Leonardo da Vinci a Fiumicino o il teatro Augusteo a Roma.
Lotito nelle prossime settimane organizzerà una presentazione ufficiale in Campidoglio per il sindaco Roberto Gualtieri. Ma avrebbe mostrato in anteprima il progetto all'assessore capitolino allo Sport e ai Grandi eventi, Alessandro Onorato. Il quale, ai microfoni di Radiosei, ha fatto sapere: «Non so se è la volta buona per lo stadio della Lazio, ma posso dire che il presidente Lotito ha fatto realizzare un progetto di riqualificazione e ristrutturazione dello stadio Flaminie e immagino che a breve sarà presentato. Non credo che Lotito abbia speso dei soldi per poi fermarsi qui e non procedere ulteriormente».
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VINCOLI
Come detto, l'obiettivo del patron della Lazio è di avere un'arena di 50mila posti, dove adesso ce ne sono 24mila. La struttura - inaugurata nel 1959 - è vincolata, di conseguenza non si può modificare se si vogliono ampliare le poltroncine per i tifosi, montare una copertura o costruire strutture per ospitare ristoranti o shop tanto in voga negli impianti di proprietà. Ma per superare i paletti della Sovrintendenza Lotito ha escogitato un escamotage che gli permetterà di non toccare di fatto la struttura originaria.
Non a caso, ieri in Senato, il presidente ricordava che il modello di sviluppo scelto di Nervi è a blocchetti. Cioè le varie parti sono collegate tra loro con apposite staffe. Di conseguenza nel progetto che sarà presentato nei prossimi giorni è messo nero su bianco che la struttura originaria con le curve e la tribuna semicoperta sarà soltanto restaurata e non modificate. Ma accanto a questa, e con un sistema di staffe e ponticelli - "aggancerà" nuovi moduli che riprenderanno lo stile dell'impianto creato da Nervi e che diventeranno ulteriori spalti per ospitare altri 26mila spettatori. Cinquantamila in totale. Questa modalità eviterà la necessità di scavare vicino al campo per recuperare ulteriori spazi per le future tribune.
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Per quanto riguarda la copertura, il progetto targato Lazio prevede di installare fuori dal perimetro dello stadio dei piloni portanti per adagiare la copertura. Sempre il patron della Lazio ha intenzione di costruire nel complesso originario e in quelle da aggiungere al blocco originario anche shop, ristoranti e un museo dedicato alla storia biancazzurra.
Per quanto riguarda il nodo dei parcheggi, si guarda invece a un congiunto con gli stalli utilizzati dal vicino Auditorium Parco della Musica, che un tempo erano proprio del Flaminio. Saranno mantenute e restaurate la piscina e le palestre interne, che potrebbero essere utilizzate per creare un centro sportivo da aprire alla città. Lotito guarda anche alla possibilità di utilizzare il Flaminio per concerti ed altri eventi.
Forte del suo progetto - ma manca ancora quello esecutivo - Lotito è pronto ad andare in Comune: c'è da contrattare la forma di concessione dell'area e della struttura, ben sapendo che la giunta Gualtieri ha tutto l'interesse a riqualificare un bene che sta cadendo a pezzi.