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PORTO SANT’ELPIDIO Un malore mentre è al volante del camion, il mezzo che sbanda verso destra toccando un altro Tir che le precede, il tentativo di fermarsi in una piazzola laterale. Ma non c’è stato nulla da fare. La vita di Stefano Corsato, 56 anni, di Latina, si è conclusa lì, in quella striscia d’asfalto che corre verso sud dell’A14 fra i caselli di Civitanova e Porto Sant’Elpidio.
La dinamica
I primi soccorsi da parte dell’altro autotrasportatore che ha subito intuito la gravità del caso.
Quindi l’allarme lanciato al 118 e l’arrivo sul posto dell’eliambulanza di Marche Soccorso, atterrata a poca distanza dal luogo della tragedia. Ma il cuore del camionista non ha più ripreso a battere nonostante i tentativi ripetuti del personale sanitario che gli ha prestato le cure prima dell’eventuale trasporto all’ospedale di Torrette. La ricostruzione della dinamica è stata effettuata dagli agenti della polizia autostradale di Porto San Giorgio. In un primo tempo si era pensato a un banale incidente, come ne avvengono tanti, purtroppo, lungo l’A14. Poi, a mano a mano, è emersa la verità. Agli stessi agenti della polizia autostrada il difficile compito di comunicare la notizia alla famiglia. Secondo quanto è stato ricostruito, il camionista era in viaggio verso sud da circa 5 ore ed è stato lo stesso autista dell’altro mezzo a intuire cosa stesse accadendo vista la particolare dinamica dell’incidente.
La chiamata ai vigili del fuoco è arrivata poco dopo le 11.15 di ieri mattina, allertando il personale sia di Fermo che della più vicina Civitanova. In breve tempo, come è normale in casi del genere, si è formata una lunga coda di auto fra i caselli a cavallo fra le due province e i disagi sono terminati soltanto a cavallo dell’ora di pranzo. Sconcerto fra i colleghi del camionista, un suo ricordo anche dalla pagina Facebook “Inarrestabili” che parla di una “tragedia inarrestabile”.
Il riferimento
Si fa riferimento al duro lavoro di chi si trova al volante di questi mezzi, costretto a lunghi viaggi e una vita stressante. «Purtroppo non si mangia e non si riposa come un normale essere umano», commenta un collega in uno dei tanti post che fanno le condoglianze alla famiglia.