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Sono da poco passate le 14, la campanella che segna la fine delle lezioni è suonata e dal liceo di Roma sud in cui studia Camilla (nome di fantasia) - la giovane violentata da quattro francesi mentre era in crociera con la scuola nella notte tra venerdì e sabato scorso -, escono centinaia di ragazzi, spensierati come solo alla loro età si può essere. Ma c’è una voce, nonostante i tentativi dell’Istituto di tenere la vicenda “segreta”, che inizia a girare per i corridoi: un fatto «terribile» accaduto la scorsa settimana a una loro compagna. «Dopo le notizie uscite questa mattina (ieri, ndr), qualcuno a scuola ne parlava. È stata coraggiosa ad andare subito a dirlo ai professori e poi a denunciare. Queste cose non dovrebbero succedere», afferma un gruppo di giovani davanti ai cancelli del liceo.
LA SOLIDARIETÀ
Molti sono gli studenti che ancora non sono a conoscenza dell’incubo vissuto dalla giovane vittima. «Nessuno dei professori ha detto nulla, neanche sul giornalino se ne è parlato. Ma è una cosa terribile. Povera ragazza», dice una coetanea mentre torna a casa dopo scuola.
La linea dell’Istituto è infatti netta, nessuno rilascia interviste, per difendere l’identità della giovane, già sconvolta, anche tra le mura del liceo. E nessuno dei “grandi” ne parla con gli studenti. «È giusto non esporre la vittima ma è un fatto gravissimo di cui la scuola dovrebbe parlare, non può esserci silenzio assoluto», afferma uno studente, sottolineando quanto sia importante «mettere in guardia le nostre compagne» perché «purtroppo queste cose accadono e devono sapere che devono stare attente».
Una linea di silenzio che viene rispettata, su indicazione dei professori, anche dai ragazzi che hanno vissuto quei terribili momenti. Sono stati loro infatti i primi a parlare con Camilla appena è riuscita a sfuggire ai suoi aggressori, la stavano cercando perché non la vedevano da ormai troppo tempo e nessuno sapeva dove fosse. I ragazzi sono tutti compatti nel proteggere la loro amica. «I professori ci hanno detto che non dobbiamo parlarne e non vogliamo farlo, ci sono delle indagini in corso e poi dobbiamo rispettare lei», dice Marco (nome di fantasia), che era su quella nave da crociera la scorsa settimana. «Siamo sconvolti - aggiunge -, questo lo posso dire». «Siamo sconcertati e dispiaciuti per la nostra compagna. È una cosa che non ci aspettavamo, ci ha lasciato senza parole. Non perché sia una cosa che non accade, ma perché è accaduta a una persona così vicina a noi», aggiunge un altro compagno di scuola.
Un racconto che ha scioccato i ragazzi, quello fatto dalla loro coetanea che ha ricostruito quanto accaduto nella cabina della nave in cui è stata attirata con l’inganno. «Il primo mi ha aggredito all’improvviso, poi sono arrivati i due amici e un altro mi è saltato addosso, infine è sopraggiunto il quarto», ha spiegato la liceale sotto choc.
È stato proprio grazie al racconto dettagliato della vittima e dei suoi compagni, oltre alla visione delle telecamere di sicurezza della nave, che i quattro (tre 19enni e un 17enne) sono stati arrestati ancora a bordo. I tre maggiorenni, tutti originari della Piccardia al confine con il Belgio, sono accusati di violenza sessuale di gruppo con l’aggravante della minorata difesa della vittima e sono stati portati nel carcere di Pontedecimo, mentre il minore è stato denunciato a piede libero e ha fatto già rientro in Francia.