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Il ministro dell'Economia detta le nuove regole dopo aver partecipato ai lavori della commissione Finanze del Senato sul decreto: "Stiamo mettendo una diga ma la valanga era già partita, come il Vajont"
"Una valanga già partita, come il Vajont" - "Grazie agli antichi romani, che hanno insegnato al mondo il diritto, ci sono i diritti acquisiti, c'è la Costituzione, c'è un principio che se uno ha cominciato il lavoro nel 2021 ha diritto di finirlo nel 2023 e presentarlo in fattura nel 2023. Cosa abbastanza banale che dovrebbe essere di facile intellegibilità per chiunque". Cosi' il ministro dell'Economia Giorgetti ha risposto a chi gli chiedeva se pensasse ci fosse una sua ipotetica responsabilità sui costi del Superbonus. "E' evidente che quando noi siamo intervenuti fortunatamente a porre una diga, la valanga era già partita", ha aggiunto facendo l'esempio del Vajont.
"Basta deroghe" - "Gli emendamenti parlamentari, come avvenuto in passato, di ampliamento delle deroghe non saranno presi in considerazione". Ha precisato Giorgetti: "Il governo presenterà il suo emendamento, e se ne assume la responsabilità".
"Crediti in dieci anni" - A chi gli chiedeva della possibilità di spalmare i crediti su dieci anni anziché su 4-5, il ministro ha detto che "non sarà una possibilità ma un obbligo".
Entro venerdì emendamenti del governo in Commissione - Sono attesi entro venerdì 10 maggio gli emendamenti del governo al decreto legge Superbonus. Lo ha riferito il relatore del decreto, Giorgio Salvitti (Noi Moderati). Il termine per i subemendamenti sarà fissato per il pomeriggio di lunedì 13 maggio, mentre martedì si effettueranno le votazioni e sarà votato anche il mandato al relatore. Giovedì la Commissione finanze di Palazzo Madama proseguirà i lavori sul decreto con l'esame di emendamenti dei parlamentari.