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Susanna Recchia ha parcheggiato la sua auto vicino al ponte di Vidor. Poi, con sua figlia di tre anni in braccio è scesa e si è lasciata travolgere dalle acque del Piave. Pochi metri più in basso l'abbazia di Santa Bona, nei pressi della quale ha perso la vita Alex Marangon. E soli due anni fa, un'altra mamma si era lanciata nel vuoto dallo stesso ponte con il figlio in braccio. Lei ha perso la vita, il piccolo - miracolosamente - è sopravvissuto.
L'altro caso
Margherita Bandiera, 31 anni, nel febbraio del 2021 ha lasciato la sua Lancia Y negli stessi luoghi.
Proprio come Susanna, ha percorso i pochi metri che la separavano dal ponte con il suo bambino in braccio: poi ha scavalcato la balaustra e si è lasciata cadere. Per lei non c'è stato scampo, il figlioletto invece è sopravvissuto.
Come Susanna, anche Margherita covava da anni un profondo malessere e come lei aveva dovuto convivere con una perdita: quella di una sorella morta di leucemia. Non è chiaro - e probabilmente non si saprà mai - se Susanna Recchia sia scesa con in braccio la sua bimba sulla scarpata o se, come Margherita, si sia lanciata nel vuoto. A unire queste due storie un ponte infausto e i disagi (troppo comuni, purtroppo) di due donne e madri.