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"Torino anni '50. La grande stagione dell'informale" al Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto

4 mesi fa 13
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La mostra, curata da Francesco Poli, concentra l’attenzione su una fase fondamentale per il rinnovamento della scena artistica di Torino che si apre alle tendenze internazionali diventando uno dei centri della grande stagione dell’Informale. Negli anni’ 50, come in tutta Europa, anche in Italia si afferma un nuovo linguaggio di libera espressività soggettiva che si oppone al novecentismo del ventennio precedente e va al di là dell’acceso dibattito fra realismo e astrattismo geometrico dell’immediato dopoguerra.

Nel 1952 il critico francese Michel Tapié definisce questa nuova tendenza “Informale” proprio per sottolineare la frattura con l’arte precedente. L’energia veemente del gesto (come nell’Action Painting americana) e la diretta vitalità della materia pittorica rappresentano gli aspetti principali dell’Informale europeo. Torino, insieme con Milano, Roma e Venezia, diventa uno dei centri propulsivi dell’arte contemporanea, che trova le proprie radici nella dinamicità delle ricerche artistiche e dell’attività espositiva di questo periodo.

In mostra sono esposte oltre settanta opere di una cinquantina di artisti italiani e stranieri.
Tra i pittori e gli scultori attivi in ambito torinese ci sono gli astrattisti del MAC (tra cui Albino Galvano, Filippo Scroppo, Carol Rama, Paola Levi Montalcini) e i protagonisti dell’Informale come Luigi Spazzapan, Umberto Mastroianni, Mattia Moreni, Piero Ruggeri, Sergio Saroni, Giacomo Soffiantino, Mario Merz, Pinot Gallizio e Piero Simondo.
L’ampia selezione degli artisti di livello internazionale, che espongono in quegli anni a Torino, comprende grandi artisti come Lucio Fontana, Afro, Giuseppe Capogrossi, Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Fautrier, Pierre Soulages, Georges Mathieu, Hans Hartung, Antoni Tapiés, Jean-Paul Riopelle, Asger Jorn, Pierre Alechinsky, Karel Appel, Imaï e Onishi.

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