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Torino è la provincia più cassa integrata d'Italia: in Piemonte +40% di cassa integrazione

2 settimane fa 4
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In Piemonte la cassa integrazione schizza alle stelle. A metterlo in evidenza sono i dati del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio della UIL Nazionale che hanno monitorato i primi sette mesi del 2024 registrando un aumento medio del 40.7%. Torino è la provincia più cassa integrata d'Italia.

I dati

In Piemonte da gennaio a luglio 2024 sono state richieste 26.472.117 ore di cassa integrazione, in aumento del 47.8% rispetto allo stesso periodo del 2023 (+66% di cassa integrazione ordinaria, +22,7% straordinaria, -86% in deroga) e 454.128 ore dei fondi di solidarietà gestiti dall’Inps (che coprono i lavoratori privi di strumenti di sostegno al reddito). Complessivamente, quindi, sono state utilizzate 26.926.245 ore di ammortizzatori sociali (+40.7%).

Male la provincia di Torino

Malissimo anche la provincia di Torino che evidentemente subisce la crisi del comparto automobilistico attestandosi come il territorio più cassa integrato d'Italia. In totale nella provincia di Torino nei primi sette mesi dell'anno sono state richieste 16.993.693 ore di cassa. Peggio anche di Milano e Napoli che la seguono. 

L’andamento nelle province piemontesi, considerando solo le ore di cassa integrazione, nel confronto tra i primi sette mesi del 2024 e del 2023, è stato il seguente: Biella +142.7%, Novara +100.7%, Torino +72.4%, Vercelli +54%, Asti +30.5%, Alessandria +0.1%, Verbania -8.5%, Cuneo -54.6%.

Le dichiarazioni

"I dati confermano le difficoltà in atto nella nostra regione, facendo aumentare le preoccupazioni, in particolare per l’esaurimento degli ammortizzatori sociali nel corso del 2025. Evidenziamo, inoltre, che la fine degli incentivi per l’acquisto di auto ha portato ad agosto a un tracollo di vendite, più marcato per il gruppo Stellantis", spiega Gianni Cortese, segretario generale della Uil Piemonte, "In aggiunta, la componentistica continua a mostrare gravi difficoltà, che mettono a rischio la sopravvivenza stessa di quasi metà delle imprese della filiera. Ѐ necessario, quindi, riprendere urgentemente il confronto con il Governo nazionale, per mettere a punto interventi immediati e programmatici necessari. In particolare, riteniamo che bisognerebbe incrementare gli investimenti nelle politiche attive del lavoro, anche per contrastare le difficoltà di far incontrare domanda e offerta. In proposito, sottolineiamo che da 15 anni la UIL chiede a tutti i Governi della nostra Regione di promuovere un serio censimento, con l’ausilio delle associazioni datoriali, volto a individuare e formare le figure professionali realmente carenti nel mercato del lavoro".

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