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È il 19’ del primo tempo della partita tra PSG e Felizzano quando per uno scontro di gioco, il numero uno ospite Baralis si infortuna ed è costretto ad abbandonare il campo.
Assente il giovane Gatti squalificato, entra a difendere la porta del Felizzano Marco Merlone, classe 1966, preparatore dei portieri, ma nell’occasione numero 12.
A quasi 58 anni, Merlone risulterà il protagonista dell’incontro (terminato 1-1) con parate strepitose, battuto solo sul filo di lana, tanto da risultare in assoluto il migliore in campo, ricevendo i complimenti da tutti i presenti. «Non mi aspettavo di giocare – commenta Merlone – schierato come numero 12, sapendo di avere già un titolare. Poi, Baralis si è infortunato ed è stato trasportato via in ambulanza e sono entrato. Emozioni nessuna, però, credo forse che gli avversari mi abbiano un po’ sottovalutato. Alla prima palla che mi è arrivata in dietro, ho dribblato il giocatore, dimostrando di non avere timori reverenziali»
Ma le parate ci sono state è anche di una certa difficoltà. «Le gambe non rispondono più come quando eri giovane e allora ti aggiusti con l’esperienza e la posizione. Sono sempre allenato, ho sempre giocato a livello amatoriale con gli amici; la mia condizione fisica è pari ad una persona di 45 anni».
Marco Merlone ha giocato tra Serie D, Eccellenza e Promozione. Cresciuto nella Valenzana dove ha disputato la maggior parte dei campionati, con una parentesi ad Acqui. «Il mio esordio in prima squadra – afferma – a 17 anni, al posto di Ceneviva, squalificato, nelle ultime gare di campionato, poi, vinto. Anche lì entravo in campo senza emozioni particolari ma le parate non mancavano». A Chieri, teatro della sfida tra PSG e Felizzano, Marco conserva anche un ricordo particolare: «Nel 1997 ero con la Valenzana e qui avevamo perso per 2-1.
Nell’occasione avevo subito un gol da Benedetti, ex giocatore del Torino. Alla fine, però, avevamo vinto il campionato di Eccellenza». Che consiglio darebbe ai giovani portieri di oggi? «Tanta voglia di fare visto che alleno i settori giovanili e trovo ragazzi che hanno degli ottimi numeri ma entrano in campo senza la voglia e lo spirito che avevamo noi».