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Il presidente della Liguria Toti ha risposto per otto lunghe ore alle domande (180) dei magistrati. Ha spiegato circostanze, incontri e telefonate che secono i pm Luca Monteverde e Federico Manotti sono indizi di corruzione e finanziamenti illeciti mentre per lui sono soldi usati per l'interesse pubblico. «Ho agito nell’interesse dei cittadini. Ogni euro preso è stato destinato alla politica, tutto è tracciabile, mai fatto pressioni e mai fatto favori», ha detto e scritto in una memoria difensiva di 17 pagine.
Nell'interrogatorio che si è svolto ieri nella caserma della Guardia di Finanza all'interno del porto, Giovanni Toti ha «chiarito il significato delle richieste di finanziamenti a sovventori abituali che non erano collegate ad alcun tipo di favore e fatte in modo esplicito e diretto proprio nella convinzione di avere impostato i suoi interventi verso l'interesse pubblico», ha spiegato il suo difensore Stefano Savi.
Toti, interrogatorio fiume: «Agito nell'interesse pubblico, neanche un euro per me»
Toti, i rapporti con Spinelli nelle domande dei magistrati
Nelle 27 pagine di verbale Toti risponde sulla concessione trentennale del porto, dei bonifici ricevuti, della spiaggia dell'Olmo. Ma parla soprattutto dei rapporti con Aldo Spinelli che ha definito un suo sostenitore abituale. «Il gruppo Spinelli comincia a sostenere i miei comitati politici dal 2015 e questo rapporto è durato fino a ora. Voglio precisare che è possibile che avessi chiesto un finanziamento anche prima dell'incontro del 1 settembre 2021», così ha risposto alla domanda se avesse chiesto finanziamenti all'imprenditore. Il presidente della Liguria afferma però nel verbale di «non ricordare di preciso» cosa rispose Spinelli alla sua richiesta. «Mi avrà detto - dice ai magistrati - che avrà fatto come sempre (...) poi scendendo dalla barca chiamai la segretaria perché mandasse la documentazione a Spinelli per fare il versamento». Alla domanda dei pm su cosa significasse la parola 'normale' riferita al finanziamento, Toti ha risposto: «intendevo dire con la parola "normale" che lo avrebbe fatto come sempre». E ai pm che gli chiedono se ci fosse una correlazione tra la seduta del Comitato portuale e il finanziamento, Toti ha detto: «Dal mio punto di vista non c'è alcuna correlazione, dato che Spinelli mi finanziava da lungo tempo. Dal punto di vista di Spinelli lui è "uno che ci prova sempre".
Era comprensibile la sua insoddisfazione, Spinelli tutte le volte ti ricorda se puoi fare qualcosa per lui. Ripeto che non ho percepito alcuna correlazione».
«Davo una buona notizia a Spinelli e cioè che il 29 andava all'ordine del giorno la sua pratica (della proroga del Terminal rinfuse, ndr) e gli reiteravo la richiesta di finanziamento. Non ho posto in relazione le due cose, al massimo era una captatio benevolentiae. Volevo far vedere che mi ero interessato per velocizzare la pratica». È quanto si legge nel verbale dell'interrogatorio davanti ai pm di Genova di Toti. I magistrati avevano chiesto al governatore come mai il 17 settembre 2021 a Spinelli al telefono avesse ricordato che «il 28 va la tua roba ricordati che sto aspettando una mano».
Toti, cosa dice sulla concessione trentennale del porto: «Mai promessa proroga»
Far approvare la pratica del rinnovo trentennale del terminal Rinfuse «era urgente perché concatenata ad altre pratiche strategiche per il porto», ma Toti ci ha tenuto a precisare, su domanda dei magistrati, di non aver promesso ad Aponte la proroga trentennale e «non l'ho mai promessa neppure a Spinelli».
Invitando il sindaco di Genova Marco Bucci a «raddrizzare Carozzi», il presidente Toti aveva l'obiettivo di «far allineare Carozzi e farlo convergere sulla posizione del presidente e degli uffici istruttori». E' quanto ha affermato lo stesso Toti rispondendo ad una domanda dei pm nell'interrogatorio di ieri, relativa al rinnovo della concessione del terminal Rinfuse, sottolineando di non ricordare se fosse stato Spinelli a chiedere un suo intervento sul sindaco di Genova. I magistrati hanno chiesto a Toti anche perché il 28 settembre del 2021 chiese a Signorini di «tenerlo aggiornato» sulla pratica e poi aggiunse: «se ci sono guai intervengo in qualche modo». «Evidentemente - si legge nel verbale dell'interrogatorio di Toti - facevo riferimento ai possibili guai all'interno del Comitato (portuale, ndr)... dovevo aver avuto notizie di qualche malumore. Il mio intervento avrebbe dovuto essere volto a trovare una soluzione per arrivare all'approvazione» della proroga.
Il presunto voto di scambio: «Non ho mai immaginato un collegamento diretto tra voti e posti di lavoro»
«Sicuramente chiesi espressamente i voti per Ilaria Cavo, parlando con uno dei due Testa», ha aggiunto Toti di fronte ai pm. «Il senso del mio intervento prosegue Toti - fu di chiedere di dare una mano alla Cavo nonostante le incomprensioni che c'erano state». Una delle accuse mosse dai pm Federico Manotti e Luca Monteverde è quella di voto di scambio, aggravato (per l'ex capo di gabinetto Matteo Cozzani) dall'aver agevolato la mafia. I due fratelli Arturo e Maurizio Testa, secondo l'accusa, erano i referenti della comunità riesina legata al clan Cammarata. «Si erano incontrati con Ilaria Cavo - ha continuato Toti - ma non le erano piaciuti...non ricordo che mi abbia parlato di richieste di posti di lavoro anche se era ovvio che i Testa avessero chiesto attenzione per la loro comunità...i fratelli Testa erano assillanti e presentavano persone chiedendo se potevamo dare una mano. Di certo non ho mai immaginato un collegamento diretto tra voti e posti di lavoro». Come mai in una riunione Cozzani espresse il timore di «essere squartato» dai fratelli? «Era un dialogo ironico», la risposta del governatore.