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Tusk: 'Il futuro europeo è nostro, non della Cina o degli Usa'

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       "L'Europa deve iniziare a difendersi da sola, e deve spendere anche soldi europei. Discutete pure delle tecniche di finanziamento ma nessuno metta in dubbio che serve un grande spazio comune che richiede un finanziamento comune". Lo ha detto il premier polacco Donald Tusk alla Plenaria illustrando le priorità della presidenza polacca. "Non abbiate paura", ha sottolineato Tusk citando papa Giovanni Paolo II, "il futuro è nelle nostre mani e non di quelle della Cina o degli Usa".

     "L'Europa non deve sentirsi complessata, le parole che dovremmo sentire qui all'Eurocamera dovrebbero essere parole rivolte agli europei: 'l'Europa era, è e sarà sempre grande", ha aggiunto.

       "Non c'è alcun motivo per cui l'Ue oggi pensi di ritrovarsi in una crisi esistenziale. E' vero, ci sono stati dei cambiamenti massicci, che rafforzano questi sentimenti di incertezza ma, consentitemi di avvalermi della mia lunga esperienza: abbiamo una sinistra, una destra, movimenti radicali, un centro consistente, abbiamo campagne elettorale agguerrite ma come europei siamo in gradi di ritrovare questo nostro spazio comune, che ci unisce. Questa appartenenza politica generale fa sì che oggi voi siate qui in quest'Aula", ha detto Tusk, secondo il quale  "in nessun modo quanto accade negli Usa può giustificare un declino di questo spirito europeo. L'Ue ha il diritto di parlare con la stessa convinzione della propria grandezza" di quanto accade altrove, "non c'è alcun motivo di avere paura di salti nel buio".

    Il premier polacco ha affermato che "la sicurezza interna dell'Ue può essere affrontata seguendo i valori europei, la democrazia deve diventare di nuovo forza. L'Ue deve diventare di nuovo sinonima di etica ma anche di forza. La sicurezza dell'informazione e il rispetto della libertà di parola, in un'epoca di disinformazione e di bugie, sono fondamentali. Noi dobbiamo adottare dei metodi per porre fine alle ingerenze estere nelle nostre elezioni, dobbiamo porre fine alle fabbriche di bugie, russe soprattutto".

      "La competitività e il libero mercato sono scoperte europee che sono poi emigrate in America. Ma nulla ci ostacola a tornare ad un'economia creativa. Il Parlamento è dinanzi ad una grande sfida, siate un Parlamento che promuova una deregulation, lasciate da parte la routine, non limitatevi a leggere il rapporto Draghi, rimboccatevi le mani", ha aggiunto Tusk.

    In quanto alla difesa Ue, il premier polacco ha detto: "Io non sono un militarista. L'Europa è uno spazio sul nostro pianeta dove nessuno vuole ripetere nessuna guerra. Abbiamo sofferto più di tutti delle terribili guerre in Europa ed è per questo motivo che capiamo così bene che per evitare questa tragica replica della storia, dobbiamo essere tutti forti, armati, determinati, forti di spirito, ma anche forti grazie alle nostre capacità di difesa e quindi non trascurate questa sfida del 5%" del Pil per la spesa militare. Dobbiamo pensare in modo flessibile, creativo perché è proprio oggi che dobbiamo incrementare in modo radicale la spesa per la difesa".

      "L'Europa non può perdere sul piano della competitività globale, non può diventare un continente di persone, di idee ingenue. Se falliremo a livello economico nessuno si preoccuperà più dell'ambiente a livello mondiale, quindi vi chiedo di avere una revisione critica oggettiva di tutta la normativa, anche del green deal", ha proseguito Tusk, sottolineando che gli europei "dobbiamo essere in grado non solamente di indicare la nuova strada, ma anche di cambiare questa normativa che può portare a un'ulteriore impennata dei prezzi dell'energia", in riferimento in particolare al sistema dell'Ets 2, avvertendo di "conseguenze politiche terribilmente prevedibili" se l'Ue proseguirà "senza una riflessione approfondita su questa strada".

      "I prezzi energetici elevati - è stato il monito del premier - possono far cadere non solo un governo democratico". Tusk si è quindi soffermato sul tema della sicurezza alimentare, sottolineando la necessità di intervenire rapidamente per ridurre l'onere sugli agricoltori europei. "Se i cittadini penseranno a queste politiche come un onere, a quel punto perderemo quella schiera di persone di cui abbiamo bisogno invece per lottare per il futuro del nostro ambiente", ha avvertito.
           

Von der Leyen: "La nuova realtà non piace ma i nostri valori non mutano"

     "Siamo entrati in una nuova era di dura competizione geostrategica, abbiamo a che fare con potenze di dimensioni continentali, che si confrontano tra loro soprattutto in base agli interessi: questa nuova dinamica dominerà sempre più sempre più le relazioni tra gli attori globali, le regole di ingaggio stanno cambiando". Lo ha detto Ursula von der Leyen intervenendo alla plenaria dell'Eurocamera in un dibattito sulle conclusioni del Consiglio europeo del 19 dicembre.

   Con gli Usa "la nostra prima priorità sarà quella di impegnarci tempestivamente, discutere di interessi comuni ed essere pronti a negoziare e quando arriverà il momento di negoziare, saremo pragmatici nel cercare un terreno comune, ma voglio anche che sappiate che resteremo sempre fedeli ai nostri principi europei", ha aggiunto.

   "Nessun'altra economia al mondo è così integrata come quella europea e americana, ma oltre a questi numeri c'è molto di più: amicizie, legami familiari, storia e cultura comuni, questo è un aspetto che terremo sempre presente", ha sottolineato von der Leyen.

   "Negli ultimi anni abbiamo finalizzato 35 intese con partner terzi: dall'inizio del mandato, in meno di due mesi, abbiamo già concluso tre nuovi partenariati con il Mercosur, il Messico e la Svizzera e lunedì scorso abbiamo rilanciato i negoziati con la Malesia", ha detto ancora. Queste intese, secondo von der Leyen, "aprono nuovi e dinamici mercati di esportazione, proteggono i nostri prodotti distintivi e settori chiave come l'agricoltura e garantiscono il nostro accesso a minerali critici e all'energia pulita", ha affermato.

    "Il rapporto Draghi sarà la stella polare della nuova Commissione e guiderà il nostro lavoro per i prossimi cinque anni", ha aggiunto von der Leyen dicendo che la Commissione sta "fissando tre obiettivi". Il primo, è "colmare il divario di innovazione con i nostri concorrenti". Secondo, "una tabella di marcia comune per decarbonizzazione e competitività", ha aggiunto. Il terzo della lista, ha detto von der Leyen, è "rafforzare la nostra resilienza e sicurezza economica".

     "Sull'innovazione, gli investimenti pubblici devono assolutamente svolgere un ruolo affinché ciò sia efficace, il coordinamento tra Stati membri deve migliorare, in particolare in alcune aree strategiche, come l'Ia, le tecnologie quantistiche e le biotecnologie", ha sostenuto davanti alla plenaria. "Dobbiamo investire in questi settori ma i finanziamenti pubblici non saranno mai sufficienti: per stimolare l'innovazione alla giusta velocità e scala, il capitale privato sarà fondamentale", ha spiegato von der Leyen.

     Sul secondo punto, la presidente della Commissione ha annunciato la presentazione di un nuovo piano sull'energia a febbraio e ha rimarcato: "dobbiamo ridurre i prezzi dell'energia e completare l'abbandono dei combustibili fossili russi; non solo dobbiamo continuare a diversificare le nostre forniture energetiche, dovremo investire in tecnologie energetiche pulite di nuova generazione". "Dobbiamo anche mobilitare più capitale privato per modernizzare le nostre reti e le infrastrutture di stoccaggio ed eliminare tutte le barriere che ancora si frappongono alla nostra Unione dell'energia", ha proseguito

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