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Uccise due amiche a Melbourne, arrestato 47 anni dopo a Roma

3 ore fa 1
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Dopo quasi mezzo secolo di indagini arriva la svolta su un duplice omicidio che nel 1977 sconvolse la città australiana di Melbourne. Il presunto responsabile è stato arrestato a Roma, dall'altra parte del mondo. Si tratta di un 65enne greco-australiano accusato di aver ucciso due giovani amiche colpendole con decine di coltellate. È stato fermato dalla polaria giovedì sera all'aeroporto di Fiumicino dove era atterrato con un volo dalla Grecia per una vacanza nella città eterna. Aveva con sé una carta d'identità greca che riportava un nome simile a quello con cui era conosciuto in Australia.

Era ricercato a livello internazionale da sette anni. Dopo l'omicidio l'uomo, all'epoca adolescente, era stato ascoltato dagli inquirenti e rilasciato. Poi grazie ai 'progressi tecnologici' nel corso degli anni c'è stata un'accelerazione nelle indagini. Nel 2017 gli sarebbe stato richiesto un campione di Dna e da quel momento l'uomo si è reso irreperibile. Ma gli investigatori australiani sarebbero riusciti comunque a fare una comparazione individuandolo come responsabile del delitto.

"Ora l'Australia avvierà le procedure di estradizione per il sospettato, un cittadino greco-australiano che viveva in Grecia dove era protetto dalla prescrizione" ha annunciato in una conferenza stampa il capo della polizia dello Stato australiano di Victoria, Shane Patton, descrivendo questo 'cold case' come il più lungo e grave dello Stato australiano. Nel 2017 la polizia aveva anche offerto una ricompensa di un milione di dollari australiani (680mila dollari americani) per informazioni che portassero a un arresto del responsabile del duplice omicidio definito dal capo della polizia "assolutamente raccapricciante, orribile e frenetico".

Suzanne Armstrong di 27 anni e Susan Bartlett di 28 anni furono trovate morte a gennaio del 1977 nell'appartamento che condividevano nel sobborgo di Melbourne. Erano in una pozza di sangue. Sui loro corpi i segni di decine di coltellate. In casa con le due ragazze, amiche fin da quando erano bambine, c'era anche il figlio di Suzanne, che aveva solo 16 mesi. Fu proprio il pianto del bambino, fortunatamente illeso nel suo lettino, a far scattare l'allarme.

Emozione tra i parenti delle vittime alla notizia dell'arresto del sospettato. Le famiglie di Susan e Suzanne si sono dette "riconoscenti per non essere state dimenticate" al detective che segue il caso dal 2015 e ha comunicato la svolta.

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