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Ucraina, la brigata "Anna di Kiev" addestrata in Francia fugge prima di combattere: doveva difendere Pokrovsk dai russi

3 settimane fa 3
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La 155ª Brigata Meccanizzata ucraina, nota anche come "Anna di Kiev", addestrata in Francia e dotata di equipaggiamenti avanzati forniti dall’Occidente, ha subito un clamoroso tracollo prima di entrare in azione. Circa 1.700 soldati dell’unità si sono dati alla fuga, lasciando un vuoto significativo nella difesa del cruciale snodo logistico di Pokrovsk, nella regione di Donetsk.

Un destino travagliato

Costituita con l’obiettivo di creare un’unità d’élite, la 155ª brigata era stata annunciata con grande enfasi nel giugno dello scorso anno dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky e dal suo omologo francese Emmanuel Macron.

Il progetto, dal valore di 900 miliardi di dollari, prevedeva la formazione di una forza composta da oltre 5.800 uomini, equipaggiata con carri armati Leopard 2 e obici Caesar da 155 mm. Ma la realtà si è rivelata molto diversa dalle aspettative. Durante i nove mesi di addestramento tra Ucraina occidentale, Polonia e Francia, sono emerse gravi difficoltà. Di 1.924 volontari inviati in Francia, solo 51 avevano un’esperienza militare superiore a un anno, mentre la maggior parte si era arruolata nei due mesi precedenti.

L’esodo 

Prima che la brigata fosse dispiegata a Pokrovsk, almeno 1.700 soldati si sono assenti senza permesso in diversi momenti, e circa 500 risultano ancora dispersi. L’unità, che doveva rinforzare le difese contro l’avanzata russa nella regione orientale, è entrata in azione con numeri ridotti e senza il necessario supporto logistico. Gli scontri iniziali sono stati devastanti: gravi perdite umane e materiali, inclusi i carri armati Leopard 2A4 e i veicoli corazzati VAB, hanno segnato i primi giorni di combattimento. La mancanza di droni e disturbatori elettronici, fondamentali per operazioni moderne, ha ulteriormente aggravato la situazione.

Accuse e critiche

La gestione della brigata ha suscitato pesanti critiche. Yuriy Butusov, corrispondente di guerra ucraino, ha dichiarato: «Questo è davvero un crimine, ma non dei soldati, bensì dei leader che continuano a sprecare vite e risorse pubbliche in nuovi progetti anziché rafforzare le brigate esperte già esistenti». Anche Bohdan Krotevych, capo di stato maggiore della Brigata Azov, ha espresso dubbi sulla strategia: «È forse idiozia creare nuove brigate e dotarle di tale equipaggiamento, mentre quelle esistenti restano incomplete?».

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Un progetto fallito

La 155ª brigata è stata vista da molti come un progetto di pubbliche relazioni del governo Zelensky, più che un’iniziativa strategica ben pianificata. L’influencer Serhii Sternenko ha evidenziato la mancanza di forniture governative, affermando di aver dovuto inviare personalmente kit alla brigata. La crisi organizzativa ha portato alla rimozione del colonnello Dmytro Ryumshin, comandante dell’unità, pochi giorni dopo l’entrata in battaglia. Da allora, la brigata è stata sciolta, e i suoi membri assegnati a unità già operative e temprate dalla battaglia.

Strategie discutibili

La vicenda della brigata “Anna di Kiev” è emblematica delle difficoltà dell’Ucraina nel gestire la guerra contro la Russia. Gli analisti sottolineano l’errore di creare nuove brigate da zero, affidandosi a reclute inesperte e donazioni di equipaggiamento, invece di consolidare le unità veterane. Come ha scritto Butusov: «I militari della brigata sono diventati ostaggi di un progetto ambizioso, ma attuato senza competenza». L’incapacità di fornire il supporto necessario alla brigata ha reso evidenti le falle nella strategia militare di Kiev. La perdita di Pokrovsk, sebbene non ancora avvenuta, potrebbe rappresentare un colpo significativo per le difese ucraine.

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