In copertina sfavillano i cromatici caratteri cubitali con cui Alighiero Boetti ricamava il proverbiale "Il silenzio è d'oro". E dentro, colpisce il suo biglietto da visita: "Il mio editoriale è il giornale. Il resto è chiacchiericcio". Esordisce così, con un emblematico richiamo "all'anatema cangiante" ricamato dall'artista torinese, il nuovo direttore de Il Giornale dell'Arte Luca Zuccala, giornalista milanese, classe 1987, che succede a Umberto Allemandi, per 42 anni alla guida della testata, da poco acquisita da Intesa Sanpaolo, Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo con la Nuova Società Allemandi.
È proprio dal silenzioso e aureo ricamo della copertina che si sgomitola il filo rosso del primo numero in edicola, quello di febbraio, della nuova stagione della storica rivista mensile dedicata all'informazione d'arte. Un filo che si allaccia ad uno studioso del "silenzio" come il cardinal Tolentino de Mendonça che affida a Zuccala il suo pensiero sul ruolo dell'arte.
Risuona il silenzio anche tra gli altri temi affrontati da questo primo numero firmato da Zuccala: quello, ad esempio, degli ambienti rarefatti di Hammersh›i, in mostra a Rovigo. E ancora, ammutolisce la scomparsa di Luca Beatrice e quella di Oliviero Toscani e di David Lynch e si fatica ad ascoltare le voci degli artisti palestinesi di Gaza, raccolte invece per la rivista da Sarvy Geranpayeh.
Non solo. Questo numero di febbraio esce con un inserto di 60 pagine che racconta tutto quello che è successo nel mondo del mercato dell'arte nel 2024 e si focalizza sulle case d'asta.
Come ogni anno il Giornale dell'Arte tira infatti le somme su quello appena trascorso con Speciali su macro tematiche.
Sulla cover ci sarà un'opera dell'artista americano Tom Wesselmann, uno dei maestri della Pop Art internazionale, che è stato lo scorso anno tra gli assoluti protagonisti della stagione con mostre e focus a lui dedicati, da New York a Parigi e Hong Kong, fiere d'arte e aste importanti. Ma il punto di forza è la presenza di un professionista d'eccezione: Jussy Pylkannen, una delle figure più influenti della scena, ex presidente globale di Christie's, in anteprima mondiale sul Giornale dell'Arte dopo aver concluso il periodo di esclusiva con la casa d'aste. Pylkannen tiene una vera e propria "lezione trasversale" su tutto quello che è successo negli scorsi mesi.
Seguono interviste ai maggiori player del settore, nazionali e internazionali. D'altra parte proprio il potenziamento dei rapporti annuali e speciali dedicati a temi come la legislazione dei beni culturali, mercato dell'arte, mondo corporate e cultura, servizi per l'arte, educazione e formazione, è uno degli obiettivi del nuovo corso del GdA che intende comunque mantenere e conservare l'identità e la storia del giornale, allargandone però gli orizzonti e la visione alle nuove geografie dell'arte.
La linea editoriale sarà anche quella di potenziare i macro temi di economia dell'arte, tra cui fiere e aste internazionali, mondo del collezionismo e il rapporto tra arte e impresa, come pure rafforzare settori nodali come la fotografia e l'arte contemporanea, con interviste, focus e inchieste. Verrà attuato anche un rinnovamento grafico, implementato il lato digital e social media e sviluppati nuovi prodotti editoriali.
Il tutto con un ambizioso obiettivo: diventare un punto di riferimento editoriale culturale, un timbro di certificazione di qualità da ottenere grazie ad una continua ed affinata selezione di contributi e firme.
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