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La Corte d’Appello federale ha congelato la controversa legge sull’immigrazione del Texas, una delle più severe sul tema emanate da uno stato americano in tempi moderni. La decisione giunge poche ore dopo il via libera della Corte Suprema alla misura, che consentirebbe ai funzionari dello Stato di detenere e perseguire penalmente i migranti irregolari. La Corte Suprema aveva dato il suo nullaosta martedì sera con sei voti a favore e tre contrari, innescando le critiche della Casa Bianca.
Il sondaggio
Gli arrivi di migranti al confine meridionale degli Stati Uniti sono saliti a livelli record durante l’amministrazione del presidente Joe Biden, rendendola una delle principali preoccupazioni tra gli elettori statunitensi in vista delle presidenziali di novembre. Un sondaggio Gallup pubblicato a febbraio rivela che quasi un terzo degli americani ritiene che l’immigrazione sia il problema principale che il Paese deve affrontare, prima del governo, dell’economia e dell’inflazione. La legge del Texas per arginare l’immigrazione sarebbe dovuta entrare in vigore il 5 marzo, ma il governo Biden l’ha contestata definendola incostituzionale. Se tornasse in vigore, segnerebbe un cambiamento significativo nell’applicazione delle leggi sui migranti, poiché i tribunali hanno precedentemente stabilito che solo il governo federale può far rispettare le norme sull’immigrazione del Paese, non i singoli Stati. Attraversare illegalmente il confine degli Stati Uniti è già un crimine federale, ma le violazioni vengono solitamente trattate come cause civili dal sistema giudiziario dell’immigrazione. In base alla legge, invece, le condanne per l’ingresso o il rientro illegale in Texas possono arrivare fino a vent’anni di reclusione. A gennaio, l’amministrazione Biden ha citato in giudizio lo stato del Texas, sostenendo che le questioni relative all’immigrazione siano di pertinenza federale. A febbraio, un Tribunale distrettuale ha stabilito che la norma è illegale e ne ha bloccato l’entrata in vigore sulla scorta dei timori di una gestione incontrollata dell’immigrazione qualora ogni Stato americano approvi le proprie leggi.
«Intrusione»
L’amministrazione Biden ha presentato una richiesta d’urgenza alla Corte Suprema per confermare il congelamento mentre il contenzioso era in corso. Martedì è arrivata la risposta dei giudici, di segno opposto: hanno autorizzato l’entrata in vigore della misura, mentre una Corte d’Appello federale di grado inferiore ne ha valutato la compatibilità giuridica. Con sei voti a favore e tre contrari, i saggi si sono rifiutati di bloccare la nuova legge varata dai repubblicani del Texas e definita da Biden «un’intrusione senza precedenti» nella gestione federale dell’immigrazione. «Non ci sono ambiguità in questa legge, è in flagrante contrasto con la legge federale e la sua applicazione», ha argomentato l’avvocato generale di Stato Elizabeth Prelograr senza però convincere i giudici conservatori che hanno dato, per il momento, un’importante vittoria politica al governatore repubblicano del Texas, Gregg Abbott. Denunciando quella che definisce «un’invasione» del suo Stato e «l’inazione» da parte dell’amministrazione Biden, Abbott ha firmato uno statuto che rende «l’immigrazione illegale» un crimine statale e non solo federale. La legge permetterà quindi alla polizia texana di arrestare i migranti senza documenti, trattenerli o deportarli. «Oggi la Corte ha provocato maggiore caos e crisi nella gestione dell’immigrazione», si legge nel parere contrario della giudice Sonia Sotomayor, che si è opposta insieme alle altre due giudici liberal.
Elezioni
Le autorità federali hanno riferito che a dicembre è stata intercettata una media settimanale di 9.600 migranti lungo il confine meridionale degli Stati Uniti, in netto aumento rispetto ai 6.800 del mese precedente. Si registrano casi di persone annegate nel Rio Grande, nella zona di Matamoros, ma la gente continua a tentare di attraversare il fiume nonostante i pericoli mortali. «Mentre migliaia di migranti entrano illegalmente negli Stati Uniti ogni giorno, più di 11.000 persone continuano ad aspettare di passare il confine nei rifugi e nei campi sul lato messicano del confine con gli Usa», afferma la Cnn citando come fonte i leader della comunità messicana. Il Messico ha avvertito che non accetterà «in nessun caso» sul suo territorio i migranti espulsi dal governo del Texas. La legge «attacca i diritti dei migranti», ha scritto sui social la ministra degli Esteri messicana, Alicia Bárcena Ibarra, che ha definito «sorprendente» la decisione della Corte suprema Usa. Il tema dell’immigrazione si preannuncia come una questione centrale nel corso della campagna presidenziale. Il mese scorso Trump e il presidente Joe Biden hanno organizzato visite nelle città di confine del Texas, criticandosi a vicenda per la recente ondata di immigrazione illegale. Trump ha affermato che l’afflusso di migranti è stata «un’invasione di Joe Biden». Biden ha incolpato Trump per lo stop a un provvedimento bipartisan da 20 miliardi di dollari volto ad aumentare la capacità di detenzione e assumere migliaia di agenti della polizia di frontiera. L’ex presidente ha inasprito la sua retorica nei confronti dei migranti affermando che alcuni accusati di crimini «non sono persone». «Non so se si possono essere chiamate persone», ha affermato Trump nel corso di un comizio a Dayton, in Ohio. «In alcuni casi non sono persone, secondo me. Ma non mi è permesso dirlo perché la sinistra radicale sostiene che è una cosa terribile da dire».