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Venezuela sempre più nel caos: incidente diplomatico con l'Argentina

1 settimana fa 5
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Trent’anni sono passati da quando, nel marzo del 1994, la brigata meccanizzata Legnano concluse le operazioni in Somalia.

Nel 1992 il Paese era straziato dalla fame, consumato da dieci anni di guerra civile. Le milizie di Mohammed Farah Aidid, signore della guerra che aveva rovesciato la lunga dittatura di Siad Barre, si scannavano con quelle fedeli ad Ali Mahdi; la miseria generata dalla carestia e dalla pestilenza aveva sfollato da Mogadiscio, la capitale, oltre un milione di persone.

Fu allora che l’Onu decise di avviare la più grande missione umanitaria della storia. Una missione a guida statunitense cui l’Italia non poté permettersi di mancare. La Somalia, infatti, dapprima colonia e protettorato poi, rappresentava per il nostro Paese una faccenda di prestigio internazionale. Sicché, il contingente italiano, il più grande dopo quello americano, aveva schierato i migliori reparti: carabinieri del Tuscania, lagunari del San Marco, paracadutisti della Folgore, incursori del Col Moschin, e, tra il settembre del 1993 ed il 1994, quando si sono chiuse le operazioni, gli uomini della brigata Legnano, guidati dal generale di brigata Carmine Fiore.

Le unità dell’esercito impiegate operarono in un settore profondo circa 360 chilometri e largo 150, tra Mogadiscio e il confine con l’Etiopia. Durante la missione, che nel contesto dell’operazione militare multinazionale «Restore Hope» prese il nome di Italfor-Ibis, morirono in tutto 14 connazionali, tra militari dell'esercito, un’infermiera volontaria della croce rossa italiana e due giornalisti.

È in ricordo di queste donne e di questi uomini che stamani, presso la caserma del 3° reggimento sostegno aviazione dell’esercito «Aquila» di Orio al Serio (Bergamo), che al tempo delle operazioni aveva fornito supporto agli elicotteri impiegati in Somalia, è stata scoperta la lapide alla loro memoria, per ricordare ancora, a distanza di trent’anni, quanti hanno sacrificato la vita per servire la Patria. «Porto nel cuore la memoria di tutti coloro che hanno perso la vita nel corso di quella missione, ringrazio con affetto i parenti dei caduti presenti a questa cerimonia e auspico che questa lapide sia un monito per tutti. Siamo stati in Somalia facendo il bene», ha riferito il generale Fiore, presente alla commemorazione.

Ecco i nomi dei caduti:

Giovanni Strambelli, paracadutista;

Andrea Millevoi, sottotenente;

Stefano Paolicchi, sergente maggiore;

Pasquale Baccaro, paracadutista;

Gionata Mancinelli, paracadutista;

Rossano Visioli, caporale paracadutista;

Giorgio Righetti, caporale paracadutista ;

Roberto Cuomo, sergente maggiore;

Vincenzo Li Causi, maresciallo;

Maria Cristina Lunetti, sorella C.R.I.;

Tommaso Carrozza, lancere;

Giulio Ruzzi, tenente;

Ilaria Alpi, giornalista;

Miran Hrovatin, fotoreporter.

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