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Max stratosferico, Kimi sorprendente, la Ferrari un po’ scialba. Verstappen non si ferma più e ribadisce la superiorità totale su tutti gli avversari. Ormai è sulle orme di Schumacher ed Hamilton per impossessarsi dello scettro di pilota più forte di tutti i tempi. Sicuramente più vincente. Ieri a Suzuka, una delle “università della velocità”, il ragazzo prodigio ha scritto un’altra pagina della favola ed ha mandato un chiaro messaggio alla McLaren, il team che schiera la monoposto attualmente migliore. Nella lotta per il Titolo, che per lui sarebbe il quinto di fila, c’è anche il figlio d’arte che aveva dimostrato di essere un fenomeno al volante quando non aveva ancora la patente.
Sul circuito giapponese, dove sabato aveva conquistato la sua pole numero 41, ha centrato la sessantaquattresima vittoria della carriera. Lo ha fatto stabilendo altri due record: sulla prestigiosa pista nipponica nessuno prima di lui era riuscito a partire 4 volte consecutive al palo e, allo spegnersi del semaforo, involarsi per mettere in bacheca il quarto trionfo di fila. Dalla ripresa dopo l’interruzione per la pandemia, nessun altro è stato capace ad avvicinarsi al gradino più alto del podio, dominando l’intero “ciclo tecnico” che è durato un quadriennio. Ed è riuscito nell’impresa guidando un missile che sembra un cancello ed esclusivamente un messia come lui è in grado di domare.
I compagni di squadra, infatti, si sciolgono come neve al sole tanto che, negli ultimi 4 gran premi, il duo Marko-Horner ne ha alternati ben tre ma, sia Perez che Lawson e Tsunoda, non hanno racimolato punti. La Red Bull, come al solito, era sembrata scorbutica nelle prove libere, non in grado di infastidire le monoposto papaya. Fino alla Q3 delle qualifiche quando il cacciatore infallibile ha fiutato la preda: Max non è stato il più rapido in alcuno dei tre settori finiti ai piloti McLaren ma, come si dice, è riuscito a «mettere tutto insieme». Di un niente, ma abbastanza per poi dominare il GP del Giappone: 12 millesimi a Lando, 44 a Oscar.
Ma a Suzuka, se ti chiami Verstappen, e quindi sei in grado di percorrere 53 giri al massimo senza neanche una sbavatura, puoi tenere dietro i rivali anche se sono qualche decimo più veloci di te. Se super Max ha lasciato tutti a bocca aperta per aver ripetuto il miracolo di sabato, Antonelli non è stato da meno e, per compensare i due nuovi primati timbrati dall’orange, ha pensato bene di toglierne due: Kim Andrea, infatti, è diventato il pilota della storia più giovane ad essere in testa ad un GP ed anche il più bambino a segnare il giro più veloce.
Entrambi i record appartenevano a Verstappen. Il diciottenne italiano continua ad impressionare. Alla terza gara è andato tre volte a punti, ora è quinto in classifica con 30 punti, quasi quanti ne hanno Charles e Lewis insieme, quindi la Ferrari nel mondiale Costruttori.
Il bolognese ha folgorato per il modo in cui ha guidato, chiudendo in scia all’esperto compagno Russell (a sua volta sull’alettone di Leclerc): se ci fosse stata una manciata di giri in più, probabilmente li avrebbe infilzati entrambi. Kimi, infatti, ha percorso oltre 30 giri con le gomme “medie” e quindi nel finale aveva la “dure” quasi nuove ed andava come un razzo. In casa Ferrari i musi sono lunghi, la SF-25 di Leclerc ha chiuso ai piedi del podio, tenendo dietro per la prima volta quest’anno entrambe le Mercedes. Ma ci è riuscito solo per la buona qualifica perché crediamo sia vero quanto detto da George che aveva «un passo migliore, ma a Suzuka è un’impresa passare».
Più scuro in volto Hamilton che ha concluso dietro alla due Frecce, in settima posizione. Non sono questi i risultati per i quali ha deciso di emigrare a Maranello. Le rosse mancano di passo, 3-4 decimi al giro, ma per il momento non si sa come estrarre più potenziale. È emersa in tutta chiarezza la diversità di vedute sugli assetti della monoposto che si era intravista a Shanghai. Questa volta, a differenza della Cina dove Lewis ha vinto la Sprint, ha avuto ragione Charles più consistente del britannico. E il monegasco sembra voler andare per la sua strada: «Non ci siamo ancora, ma ho ben chiaro cosa dobbiamo fare...».
Il baronetto aveva detto che le sue regolazioni potevano aiutarlo in gara, ma così non è stato. Vasseur cerca di tenere la barra dritta: «Prima di pensare ai nuovi sviluppi dobbiamo capire bene tutto il nostro potenziale...». Venerdì i motori si riaccendono in Bahrein, Max intanto si è portato ad un solo punto da Norris (62 a 61); nei Costruttori, invece, la rivale della McLaren sembra essere la Mercedes che ha due fantini (111 a 75). La Red Bull può competere per il Piloti (ha solo i punti di Max, 61).