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A nove anni di distanza è giunto alle ultime battute in tribunale a Torino un processo per gli episodi di violenza sessuale denunciati dalla cassiera di una sala scommesse. L'imputato era un frequentatore abituale dell'agenzia che, secondo le accuse, in due occasioni, nel settembre e nell'ottobre del 2015, importunò pesantemente la donna fuori dal locale "avvicinandosi improvvisamente e d'impeto al suo viso per baciarla e, un'altra volta, afferrandola con prepotenza e infilandole con forza una mano tra le natiche facendole pressione sulle parti intime", si legge nel capo d'imputazione della pm Lisa Bergamasco che ha chiesto la sua condanna a un anno e due mesi di reclusione. L'avvocato difensore Andrea Giordana, la scorsa udienza, ha chiesto alla vittima come fosse vestita e nell'arringa di ieri, mercoledì 19 giugno, ha spiegato di averlo fatto solo per capire come fosse avvenuto il contatto da parte dell'aggressore: "Non mi sarei mai permesso di giudicare la signora, cui va tutta la mia solidarietà". L'imputato sostiene di non essere stato lui e che si sia trattato di uno scambio di persona: ieri non si è riconosciuto in un video che lo ritrarrebbe presente quel giorno nella sala scommesse. "Non ho quei capelli e nemmeno le orecchie a sventola", ha detto. Non si è però nemmeno riconosciuto nella foto segnaletica che gli fu scattata. La vittima (parte civile con l'avvocata Michela Ancona) denunciò e descrisse l'aggressore nel giro di pochi giorni ma fu ascoltata formalmente dalla polizia giudiziaria solo nel 2023. In realtà le forze dell'ordine avevano già svolto gli accertamenti nell'immediatezza, recuperando il filmato. La donna riconobbe in fotografia l'imputato.
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